L’Ancora

Devozioni in formato semplice

  • Una questione di lealtà (Atti 3-5)

    Il tesoro

    [A Question of Loyalty (Acts 3–5)]

    L’atmosfera intorno al tempio si fece sempre più elettrizzante man mano che la notizia si diffondeva. Pochi minuti prima un vecchio mendicante storpio dalla nascita era stato visto camminare, saltare e lodare Dio! Da anni si sedeva ogni giorno davanti alla porta del tempio chiamata “Bella” a chiedere l’elemosina alle persone che entravano nel tempio.

    Quel giorno, mentre Pietro e Giovanni entravano nel tempio, chiese loro l’elemosina come era sua abitudine. E Pietro gli disse: “Non ho né argento né oro da darti, ma quello che ho te lo do. Nel nome di Gesù Cristo di Nazareth, alzati e cammina!” Pietro poi lo prese per la mano destra e lo sollevò, e immediatamente i piedi e le caviglie di quell’uomo si rafforzarono (Atti 3:1-8).

    Quando la gente vide quell’uomo camminare e lodare Dio e lo riconobbero per la stessa persona che stava seduta a chiedere l’elemosina alla porta del tempio, fu piena di meraviglia e stupore e corse da Pietro e Giovanni (Atti 3:9-10). Quando Pietro se ne accorse, parlò francamente di Gesù alla folla stupita, dicendo loro: “È per fede nel nome di Gesù che Lui ha guarito completamente quest’uomo, come tutti potete vedere. Voi lo avete rinnegato, ma Dio lo ha risuscitato dai morti e noi ne siamo testimoni” (Atti 3:11-16).

    Mentre parlavano e predicavano alla folla, i sacerdoti, il capitano del tempio e i sadducei, “indignati perché gli apostoli insegnavano al popolo e annunciavano in Gesù la risurrezione dei morti”, misero loro le mani addosso e li misero in prigione per la notte, in attesa dell’interrogatorio del giorno successivo (Atti 4:1-3). Ma nonostante i loro sforzi per far tacere gli apostoli, “molti di quelli che avevano udito la parola credettero, e il numero degli uomini arrivò a circa cinquemila” (Atti 4:4).

    Il mattino seguente si tenne una riunione dei capi del tempio, dei governanti e dei maestri della legge e Pietro e Giovanni furono chiamati al loro cospetto. “Con quale autorità o in nome di chi avete fatto questo?”, chiese il sommo sacerdote. Pieno di Spirito Santo, Pietro proclamò con coraggio: “È nel nome di Gesù Cristo di Nazareth, che voi avete crocifisso ma che Dio ha risuscitato dai morti, che quest’uomo sta davanti a voi completamente guarito!” E Pietro continuò dichiarando: “In nessun altro c’è salvezza, perché non c’è altro nome sotto il cielo che sia stato dato agli uomini per mezzo del quale dobbiamo essere salvati” (Atti 4:7-12).

    Quando videro la sicurezza di Pietro e Giovanni e si resero conto che erano pescatori senza istruzione, si meravigliarono, perché capirono che erano stati con Gesù. Quanto al miracolo compiuto, non poterono dire nulla. “Che cosa dobbiamo fare a questi uomini?”, si chiedevano i sacerdoti. “Perché per opera loro è stato compiuto un miracolo notevole e non possiamo negarlo”. Ma per evitare l’ulteriore diffusione di questa nuova e strana dottrina, li minacciarono di non parlare più nel nome di Gesù. Poi li lasciarono andare, per paura della reazione della gente, poiché tutti stavano glorificando Dio per il miracolo che era stato compiuto (Atti 4:13-22).

    Prima di essere liberati, dopo aver ascoltato la decisione dei sacerdoti e dei governanti, Pietro e Giovanni risposero: “Giudicate voi se è giusto, davanti a Dio, ubbidire a voi anziché a Lui. Noi infatti non possiamo tacere ciò che abbiamo visto e udito” (Atti 4:19-20). Dopo averli minacciati ulteriormente, il consiglio permise loro di andarsene. Ma gli apostoli andarono via senza alcuna intenzione di interrompere il loro lavoro.

    Dopo essere stati rilasciati, Pietro e Giovanni tornarono dagli altri discepoli e riferirono tutto ciò che i capi dei sacerdoti e gli anziani avevano detto loro. All’udire il loro resoconto, tutti alzarono la voce insieme in preghiera: “Signore, considera le loro minacce e concedi ai tuoi servi di annunciare la tua Parola in tutta franchezza”. Quando ebbero pregato, il luogo dove erano riuniti fu scosso. Tutti furono riempiti di Spirito Santo e il Signore li benedisse con una forza ancora maggiore per testimoniare alle persone e parlare della parola di Dio con franchezza (Atti 4:23-31).

    Non solo, ma per opera degli apostoli furono compiuti molti segni e prodigi tra la gente, tanto che portavano i malati per le strade e li adagiavano su letti e giacigli perché, quando Pietro passava di lì, almeno la sua ombra cadesse su alcuni di loro. La gente cominciò ad affluire a Gerusalemme dai villaggi vicini, portando malati, e “si aggiungevano sempre più uomini e donne, che credevano nel Signore” (Atti 5:12-16).

    Quella fu l’ultima goccia per i sacerdoti e i governanti, che erano pieni di invidia e indignazione. Non potevano sopportare la popolarità di questi seguaci di Gesù e il rischio che ciò rappresentava per la loro autorità. Così li fecero arrestare di nuovo e li misero nella prigione pubblica. Ma nessuno poteva fermare quegli uomini e durante la notte un angelo del Signore aprì le porte della prigione e li fece uscire. Non solo, ma l’angelo disse loro di “andare, presentarsi nel tempio e dire al popolo tutte le parole di questa vita” (Atti 5:17-20).

    Così Pietro e Giovanni passarono dalla prigione alla predicazione nel tempio all’alba, come se nulla fosse accaduto. I sacerdoti, tuttavia, non sapevano nulla dell’evasione degli apostoli e, quando giunse il momento del processo, mandarono delle guardie a prelevarli dalla prigione. Ma i prigionieri non c’erano! Molto imbarazzate, le guardie tornarono dicendo: “Abbiamo trovato la prigione ben chiusa e le guardie in piedi davanti alle porte, ma quando le abbiamo aperte non abbiamo trovato nessuno” (Atti 5:21-23).

    Potete immaginare la perplessità e l’indignazione del sinedrio. “Cosa?”, gridarono. “I prigionieri sono spariti? Come hanno fatto a fuggire con le porte chiuse a chiave?” In quel momento arrivò un messaggero con la notizia che i prigionieri evasi erano di nuovo nel tempio e insegnavano al popolo.

    “Portateli qui!”, gridò il capo dei sacerdoti. Le guardie uscirono, li trovarono e li portarono senza usare la forza, perché temevano che il popolo li avrebbe lapidati.

    “Vi abbiamo ordinato tassativamente di non insegnare nel nome di quest’uomo”, si infuriò il sommo sacerdote. “Eppure avete riempito Gerusalemme con la vostra dottrina e volete far ricadere su di noi il sangue di quest’uomo” (Atti 5:24-28).

    “Bisogna ubbidire a Dio piuttosto che agli uomini”, risposero Pietro e gli altri apostoli che stavano con lui. “Il Dio dei nostri padri ha suscitato Gesù, che voi avete ucciso! Ma Dio lo ha esaltato come Principe e Salvatore per portare a Israele il ravvedimento e il perdono dei peccati. Noi siamo testimoni di queste cose” (Atti 5:29-32).

    Quando i membri del sinedrio udirono queste parole, si infuriarono e decisero di uccidere gli apostoli. Ma Gamaliele, uno stimato membro del sinedrio, interruppe le loro sfuriate con un saggio consiglio: “Fate attenzione a ciò che fate a questi uomini”, avvertì. “Se questo progetto o quest’opera è degli uomini, fallirà; ma se è di Dio, non riuscirete a distruggerli, se non volete trovarvi a combattere contro Dio!” Il sinedrio non poteva controbattere alle sagge parole di Gamaliele, così decisero di lasciar andare gli apostoli dopo averli fustigati (Atti 5:33-40).

    Dopo essere stati picchiati, gli apostoli furono rilasciati e fu ordinato loro di non parlare più nel nome di Gesù. Se ne andarono dal sinedrio, rallegrandosi di essere stati oltraggiati per il suo nome. “E ogni giorno, nel tempio e nelle case, non cessavano di insegnare e di predicare che Gesù è il Cristo” (Atti 5:40-42).

    C’erano alcune leggi di quei giorni che gli apostoli avevano difficoltà a ubbidire rimanendo allo stesso tempo fedeli alla loro vocazione e alla loro fede. Sebbene la Bibbia insegni che “tutti siano sottomessi alle autorità costituite” (Romani 13:1), nei casi in cui le leggi o le ordinanze violino la fede di un credente, i cristiani sono sollecitati a ubbidire a Dio e a seguire i dettami della loro coscienza (Atti 5:27-29).

    Gli apostoli non potevano rispettare le richieste del consiglio che proibivano loro di predicare e insegnare riguardo a Gesù, in ubbidienza al suo ultimo ordine di fare discepoli di tutti i popoli e insegnare loro a osservare tutti i suoi comandamenti (Matteo 28:19-20). Nonostante fossero perseguitati, rimasero fedeli alla loro fede e alle loro convinzioni.

    Quando Gesù stava preparando i suoi discepoli alla sua prossima dipartita, disse loro: “Se foste del mondo, il mondo amerebbe quello che è suo; siccome non siete del mondo, ma io vi ho scelto in mezzo al mondo, per questo il mondo vi odia” (Giovanni 15:19). Come cristiani, siamo esortati a essere “nel mondo” ma non “del mondo” (Giovanni 17:14-15). Siamo esortati a far risplendere la sua luce sul mondo che ci circonda, per attirare le persone a Dio. Gesù disse: “Così risplenda la vostra luce davanti agli altri, affinché vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli” (Matteo 5:14-16).

    Possa ognuno di noi essere trovato leale alla sua fede e ai comandamenti della Parola di Dio, anche quando è impopolare farlo o incontra opposizione. “Corriamo con perseveranza la gara che ci sta davanti, tenendo lo sguardo fisso su Gesù, autore e perfezionatore della fede. Per la gioia che gli era posta innanzi, sopportò la croce, disprezzando l’ignominia, e si è assiso alla destra del trono di Dio. Pensate attentamente a colui che ha sopportato contro di sé una simile ostilità da parte dei peccatori, affinché non vi stanchiate e vi perdiate d’animo” (Ebrei 12:1-3).

    Da un articolo in Il tesoro, pubblicato dalla Famiglia Internazionale nel 1987. Adattato e ripubblicato sull’Ancora in inglese il 26 marzo 2025.

  • Apr 18 Superare la solitudine
  • Apr 18 Lo splendore della Pasqua
  • Apr 17 Lezioni dalla croce
  • Apr 12 Reagire lodando, parte 3
  • Apr 11 L’amore all’opera
  • Apr 9 Combatti il buon combattimento della fede
  • Apr 5 Il giorno del Signore
  • Apr 4 Il naufragio
  • Apr 2 Promesse preziose
   

L’Angolo dei Direttori

Studi biblici e articoli che edificano la fede

  • Virtù per i seguaci di Cristo: l’autocontrollo

    [Virtues for Christ-Followers: Self-control]

    L’autocontrollo (o padronanza di sé, temperanza o moderazione a seconda delle traduzioni della Bibbia) è l’ultima virtù nel nostro elenco. Troviamo diversi riferimenti all’autocontrollo nel Nuovo Testamento.

    In 1 Corinzi, Paolo offre un’immagine descrittiva dell’autocontrollo quando parla della gara che corriamo: “Chiunque compete nelle gare si autocontrolla in ogni cosa; e quei tali fanno ciò per ricevere una corona corruttibile, ma noi dobbiamo farlo per riceverne una incorruttibile. Disciplino il mio corpo e lo riduco in servitù perché, dopo aver predicato agli altri, non sia io stesso riprovato”.1

    Parlando degli ultimi giorni, Paolo dice ai credenti che “negli ultimi giorni […] gli uomini saranno egoisti, amanti del denaro”, “intemperanti” e “amanti del piacere anziché di Dio”.2 In un altro punto dice: “Non dormiamo dunque come gli altri, ma vegliamo e siamo sobri”.3 Similmente, nella sua prima epistola Pietro avverte che “la fine di tutte le cose è vicina; siate dunque moderati e sobri per dedicarvi alla preghiera”.4

    L’autocontrollo, come viene descritto nelle Scritture, può essere visto come la forza di carattere che ci permette di controllare passioni e desideri, oltre a metterci in grado di esercitare del buonsenso quando si tratta di pensieri, emozioni e decisioni. Il buonsenso ci permette di stabilire il giusto corso d’azione e il modo corretto di rispondere a una situazione.

    Avere un maggior autocontrollo inizia con il riconoscere le aree della nostra vita in cui ne abbiamo di meno e in cui dobbiamo allinearla con la Parola di Dio. Il passo successivo consiste nel riconoscere la nostra inadeguatezza a superare da soli le nostre debolezze e i nostri peccati e cercare il Signore in preghiera chiedendogli di cambiarci. Poi, mettiamo ali alle nostre preghiere praticando autocontrollo, o dicendo di no alle cose che sappiamo che non dovremmo fare o dicendo di sì a quelle che sappiamo che dovremmo fare. (Per altre informazioni su questo argomento, vedi Più simili a Gesù: autocontrollo.)

    Il concetto biblico di autocontrollo implica che, come esseri umani, abbiamo desideri che dovremmo controllare invece di soddisfare. Maturare nella virtù dell’autocontrollo significa imparare a controllare noi stessi – le nostre emozioni, i nostri desideri e i nostri sentimenti – mediante la potenza dello Spirito Santo, come evidenziano i seguenti articoli.

    Formare il nostro autocontrollo

    Il segreto per formare autocontrollo è sottomettere la nostra vita a Dio e lasciare che il suo Spirito Santo guidi i nostri pensieri, le nostre azioni e la nostra vita. “Non adattatevi alla mentalità e alle usanze di questo mondo, ma lasciatevi trasformare da Dio con un completo rinnovamento della mente vostra. Allora sarete in grado, per vostra esperienza personale, di capire qual è la volontà del Signore; vale a dire: tutto ciò che è buono, perfetto è a lui gradito”.5

    Ciò non significa che non dovremo affrontare tentazioni o continuare a darci da fare per superare le cattive abitudini e i punti deboli della nostra vita. Dobbiamo fare la nostra parte, ovviamente. Dobbiamo opporre qualche resistenza quando la tentazione si presenta; dobbiamo continuare a rafforzare i nostri punti deboli. Il fatto è, però, che tutti a volte cadiamo preda di tentazioni, cediamo alle nostre debolezze o esageriamo in alcune cose che, fatte in moderazione, andrebbero bene. L’apostolo Paolo avrebbe potuto parlare per tutti noi quando scrisse:

    “Infatti, io so che in me, vale a dire nel mio corpo, non c’è niente di buono; perché è vero che ho la volontà di fare del bene, ma mi manca la forza di compierlo. Perché il bene che voglio non lo faccio, mentre ecco che io faccio proprio il male che non voglio! Si ripete allora questa contraddizione: quando voglio fare ciò che è giusto, inevitabilmente finisco per fare ciò che è sbagliato. Amo fare la volontà di Dio, ma c’è qualcos’altro radicato dentro di me che è in lotta contro ciò che la mia mente approva, e mi rende schiavo del peccato che è ancora in me. Povero me! Chi mi libererà dalla schiavitù di questo corpo, che mi porta alla morte?”6

    Poi però ha la risposta: “Ma sia ringraziato Dio! Tutto è stato compiuto da Gesù Cristo, nostro Signore”.7Rafael Holding8

    La potenza di Dio

    “Gli atleti, durante gli allenamenti, si sottopongono ad una rigida disciplina, e soltanto per ottenere in premio una corona che non dura. Noi, invece, lo facciamo per ottenere una corona che durerà per sempre” (1 Corinzi 9:25 BDG). “Non si ottiene niente senza sforzo” è quello che dicono gli allenatori sportivi, e hanno ragione. Le massime prestazioni richiedono disciplina e autocontrollo. Gli olimpionici si allenano per anni per l’opportunità di conquistare un breve momento di gloria. La gara che facciamo noi, però, è molto più importante di qualsiasi evento atletico terreno. Perciò l’autocontrollo non è facoltativo per i cristiani. […]

    In 1 Pietro Dio ci ricorda tre volte di avere una mente lucida e autocontrollo. Perché? Perché una mente lucida ha molto a che fare con l’autocontrollo. Dio ci ha dato il potere di cambiare le nostre abitudini quando ci ha dato il potere di scegliere i nostri pensieri. Romani 12:2 ci dice forse di essere trasformati sforzandoci di più o per semplice forza di volontà? No. Da che cosa veniamo trasformati? Dal rinnovamento della nostra mente. Quando il nostro autocontrollo è messo alla prova, dobbiamo riempirci la mente con le promesse di Dio. […]

    La Bibbia dice che Dio ci dà lo Spirito Santo per darci potenza. Tutti i cristiani hanno lo Spirito di Dio nella loro vita, ma non tutti i cristiani hanno la potenza di Dio. Gesù ha dato una bella illustrazione di questo in Giovanni 15. Paragona la nostra vita spirituale a una vite e ai suoi tralci: “Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete fare nulla” (Giovanni 15:5). […]

    Il segreto per dipendere dallo Spirito di Dio è tenersi costantemente in preghiera. Pregate per le vostre decisioni., Pregate per i vostri bisogni. Pregate per i vostri interessi. Pregate per i vostri programmi. Pregate per i problemi che affrontate. Pregate per le persone che incontrerete. Pregate per le vostre compere. Pregate per ogni cosa. Ecco cosa vuol dire “dimorare”: essere consapevoli che Dio è sempre con voi, coltivare la sua presenza. Pregando, comincerete a vedere il frutto dello Spirito svilupparsi nella vostra vita. —Rick Warren9

    Uno spirito di potenza e di autocontrollo

    L’autocontrollo ci aiuta a resistere alla tentazione ed evitare di conformarci alle cose di questo mondo. Guida le nostre decisioni ed è in correlazione con il modo in cui dimostriamo gli altri frutti nella nostra vita. Per esempio, la perseveranza, o pazienza, richiede autocontrollo. Proverbi 14:29 dice: “Chi è paziente ha molto buon senso, ma chi è pronto ad andare in collera mostra la sua follia” (NR, CEI).

    Gesù Cristo ci offre il perfetto esempio di autocontrollo, perché condusse una vita priva di peccato ed ebbe ogni frutto dello Spirito. Gesù dimostrò autocontrollo perché fu mandato sulla terra per compiere la volontà del Padre. Condusse una vita perfetta per darci un esempio e alla fine morì per i nostri peccati perché potessimo avere la vita eterna.

    In Matteo 26:53-54 Gesù dice: “Pensi forse che io non possa pregare il Padre mio, che mi darebbe subito più di dodici legioni di angeli? Ma come allora si adempirebbero le Scritture, secondo le quali così deve avvenire?”

    Gesù sapeva di essere stato mandato sulla terra e, nonostante la sua apprensione dimostrò autocontrollo sottomettendosi al piano perfetto del Padre. Senza l’autocontrollo di Gesù, noi dovremmo affrontare la morte come punizione per i nostri peccati.

    2 Timoteo 1:7 dice: “Dio infatti non ci ha dato uno spirito di paura, ma di forza, di amore e di disciplina” (LND). Con lo Spirito Santo in noi, possiamo avere autocontrollo e dimostrare i frutti dello Spirito. Come risultato, possiamo vivere in maniera tale da rendere onore a Dio. —Lauren Abraham10

    Un dono dello Spirito Santo

    Biblicamente, l’autocontrollo, o la sua mancanza, sta nel nostro intimo più profondo: nel cuore. Inizia con il controllo delle nostre emozioni, poi include anche la nostra mente. L’autocontrollo è spesso unito a “sobrietà/temperanza” (1 Timoteo 3.2; Tito 1:8; Tito 2:2; 1 Pietro 4:7) e in diversi punti il linguaggio dell’autocontrollo si applica in special modo alla mente. […]

    Vogliamo controllare noi stessi con la forza che Lui ci fornisce. Impariamo a dire di no, ma non ci limitiamo a dire di no. Ammettiamo l’inadeguatezza e la vacuità del farlo con le nostre forze. Preghiamo per avere aiuto da Gesù, per assicurare responsabilità e creare specifiche strategie. Confidiamo nelle promesse di Dio di fornirci la potenza per ogni opera buona (2 Corinzi 9:8; Filippesi 4:19), poi agiamo con la fede che Lui lo farà in noi e attraverso di noi (Filippesi 2:12-13). […]

    In sostanza, esercitare corollati da Cristo. Quando “l’amore di Cristo ci costringe” (2 Corinzi 4:14), quando accettiamo la verità che Lui è il nostro sovrano, possiamo crogiolarci nella verità che non dobbiamo raccogliere le nostre forze per esercitare autocontrollo, ma possiamo trovare forza nella forza di un altro. Nella persona di Gesù, “la grazia di Dio […] si è manifestata, e ci insegna”, non solo “a rinunciare all’empietà e alle passioni mondane”, ma a“vivere in questo mondo sobriamente, giustamente e in modo santo”(Tito 2:11-12). […]

    Poiché l’autocontrollo è un dono, prodotto in noi e attraverso di noi dallo Spirito di Dio, i cristiani possono e devono essere le persone con la maggior speranza sulla terra di avere sempre più autocontrollo. Dopotutto siamo fratelli e sorelle dell’uomo con più autocontrollo nella storia del mondo.

    Tutta la sua vita fu “senza peccato” (Ebrei 4:15). “Non commise peccato e nella sua bocca non si è trovato inganno” (1 Pietro 2:22). Rimase costante anche quando il sudore gli uscì come gocce di sangue (Luca 22:44). […] Insultato non rispose agli insulti (1 Pietro 2:23). […] In ogni prova e tribolazione “imparò l’ubbidienza dalle cose che soffrì” (Ebrei 5:8) e al massimo dell’autocontrollo fu “ubbidiente fino alla morte e alla morte di croce (Filippesi 2:8). Ed è lui che ci dà forza (Filippesi 4:13).

    In Gesù abbiamo una fonte di vero autocontrollo molto più grande delle nostre deboli persone. —David Mathis11

    *

    Benjamin Carson è uno dei medici più famosi al mondo. Fu cresciuto in un quartiere povero di Detroit da una madre divorziata che doveva fare diversi lavori per tirare avanti. Anche se lei aveva fatto solo la terza elementare, fece migliorare radicalmente lo scarso rendimento scolastico del giovane Benjamin e di suo fratello obbligandoli a spegnere la televisione e a leggere libri.

    Nonostante i suoi progressi scolastici, Benjamin dovette affrontare un altro ostacolo al successo: un carattere violento. Lui stesso racconta che spesso colpì delle persone con una mazza da baseball o un sasso, compresa una volta in cui ruppe gli occhiali di un vicino e quasi gli rovinò un occhio.

    Il culmine fu quando, in prima superiore, Carson cercò di accoltellare un ragazzo alla pancia. Per fortuna, la possibile vittima portava una cintura con una grossa fibbia di metallo che ruppe la lama. “Mi resi conto che un carattere del genere mi avrebbe fatto finire in galera, in riformatorio o nella tomba”, ricorda Carson.

    Cominciò a “pregare e a chiedere a Dio di liberarlo da quel cattivo carattere”. Poi, cercando una direzione nella sua tristezza giovanile, cominciò a leggere il libro dei Proverbi, nell’Antico Testamento. Fu colpito in particolare da un versetto:

    “Chi è lento all’ira vale più di un prode guerriero; chi ha autocontrollo vale più di chi espugna una città” (Proverbi 16:32).

    Dopo questa crisi spirituale, Carson si ritrovò in grado di controllare il suo carattere. Si diplomò con i terzi voti migliori nella sua classe alla Southwestern High e vinse una borsa di studi a Yale. Non ci sono dubbi che l’autocontrollo gli permise di diventare un chirurgo famoso e un guaritore. —Richard Ostling12

    Dio è fedele

    Eccomi lì, di nuovo occupato a scorrere automaticamente pagine di Instagram, risucchiato nel buco nero di “influencer” che pubblicizzano prodotto su prodotto, occasione su occasione, affarone su affarone. La cosa mi stava sfuggendo di mano al punto di ritrovarmi a cliccare “aggiungi al carrello” e a nascondere i pacchi a mio marito quando arrivavano sulla soglia di casa alcuni giorni dopo. Sapevo che era sbagliato, ma sembrava che la tentazione fosse troppo forte per smettere quel ciclo familiare di acquisti impulsivi. Ma era una bugia. Nessuna tentazione è troppo forte da superare.

    È importante ricordare che non basiamo la verità sulle nostre sensazioni. Dobbiamo vedere cosa dice la Parola di Dio per rinnovare la nostra mente con la sua verità e acquisire saggezza per fare scelte sane e sante. Quando si tratta di avere autocontrollo e di superare qualsiasi situazione, possiamo trovare la verità in 1 Corinzi. L’apostolo Paolo dice:

    “Nessuna tentazione vi ha còlti, che non sia stata umana; però Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze; ma con la tentazione vi darà anche la via di uscirne, affinché la possiate sopportare” (1 Corinzi 10:13). […]

    Forse ci sembra che la tentazione sia troppo forte, ma Dio ci dà sempre una via di uscita; dobbiamo chiedere al Signore di darci saggezza e vista spirituale per trovarla. Per me, la saggezza era smettere di seguire le pagine Instagram di quegli influencer, così da non avere più continuamente davanti agli occhi la tentazione di quello che dicevano.

    Lo Spirito Santo è fedele a continuare a darci saggezza, guida e forza quando sottomettiamo le nostre vie a Lui. Convincerà il nostro cuore, ci ricorderà ciò che dice la Bibbia e coltiverà il frutto che abbiamo ricevuto, specialmente quello dell’autocontrollo. Come credenti, abbiamo ricevuto il frutto dello Spirito e questo, proprio come i frutti in natura, va coltivato. Più camminiamo con il Signore e studiamo la sua Parola, più il nostro frutto si sviluppa e si rafforza in noi. —Emily Massey13

    Una preghiera per avere più autocontrollo

    Caro Signore, mentre affronto la giornata, ti invito a guidare il miei pensieri, le mie parole e le mie azioni. Concedimi la forza di accettare la disciplina, non come un peso, ma come una via per essere libera. Aiutami a provare gioia nei piccoli gesti di autocontrollo e a ricordare che ogni mia scelta è un’opportunità di riflettere il tuo amore e la tua grazia.

    Nel ritmo frenetico delle esigenze di oggi, sii la mia calma costante. Insegnami a dare la priorità non solo alle cose urgenti ma a quelle importanti. Ricordami che l’autodisciplina è una forma di culto, un modo per onorarti in ogni aspetto della mia vita. Il tuo Spirito mi guidi a fare scelte che portino vita, gioia e pace. Nel nome di Gesù, amen. —Laura Mendenhall14

    Spunti per la riflessione

    “Infatti la grazia di Dio, salvifica per tutti gli uomini, si è manifestata, e ci insegna a rinunciare all’empietà e alle passioni mondane, per vivere in questo mondo moderatamente, giustamente e in modo santo, aspettando la beata speranza e l’apparizione della gloria del nostro grande Dio e Salvatore, Cristo Gesù” (Tito 2:11-13).

    “Il vero autocontrollo non è avere controllo su noi stessi, ma sottoporci alla potenza di Cristo”. —David Mathis

    “Per questa stessa ragione, mettendoci da parte vostra ogni impegno, aggiungete alla vostra fede la virtù, alla virtù la conoscenza, alla conoscenza l’autocontrollo, all’autocontrollo la pazienza, alla pazienza la pietà, alla pietà l’affetto fraterno e all’affetto fraterno l’amore” (2 Pietro 1:5-7).

    L’autocontrollo è l’esercizio della propria forza interiore sotto la direzione di un giudizio sano che ci permette di fare, pensare e dire le cose che piacciono a Dio”. —Jerry Bridges

    (Continua.)


    Nota

    Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Riveduta, Copyright © 2006 Società Biblica di Ginevra. Tutti i diritti riservati.


    1 1 Corinzi 9:24–27 LND.

    2 2 Timoteo 3:1–4.

    3 1 Tessalonicesi 5:6.

    4 1 Pietro 4:7.

    5 Romani 12:2 BDG.

    6 Romani 7:18–19, 21–24 BDG.

    7 Romani 7:25 BDG.

    8Sviluppare un autocontrollo biblico“, Ancora, giugno 2014.

    9 Rick Warren, God’s Power to Change Your Life (Grand Rapids, MI: Zondervan, 2006).

    10 https://www.gcu.edu/blog/spiritual-life/weekly-devotional-fruit-spirit-self-control

    11 https://www.desiringgod.org/articles/self-control-and-the-power-of-christ

    12 https://www.gadsdentimes.com/story/news/2004/07/09/an-angry-teens-experience-demonstrates-bibles-power/32313102007/

    13 https://www.crosswalk.com/devotionals/your-daily-prayer/a-prayer-for-more-self-control.html

    14 https://lovefastliveslow.com/prayer-for-discipline/

    Pubblicato originariamente in inglese il 6 settembre 2024.

    Copyright © 2024 The Family International.
    (Virtues for Christ-Followers: Self-control— Italian)

  • Apr 8 Virtù per i seguaci di cristo: la gentilezza
  • Mar 25 1 Corinzi: capitolo 5 (versetti 1-13)
  • Mar 11 Virtù per i seguaci di Cristo: la fedeltà
  • Feb 18 1 Corinzi: capitolo 4 (versetti 15-21)
  • Feb 4 Virtù per i seguaci di Cristo: la bontà
  • Gen 21 Virtù per i seguaci di Cristo: benevolenza
  • Gen 14 Virtù per i seguaci di Cristo: la pazienza
  • Gen 7 1 Corinzi: capitolo 4 (versetti 6-14)
  • Dic 17 1 Corinzi: capitolo 3 (versetti 3:18-4:5)
   

Dottrine

Altro…
  • La Famiglia Internazionale (LFI) [The Family International – TFI] è una comunità cristiana online impegnata nella diffusione del messaggio dell’amore di Dio in tutto il mondo. Crediamo che tutti possano avere una relazione personale con Dio, mediante Gesù Cristo, che concede felicità e pace spirituale, oltre alla motivazione ad aiutare altri e a diffondere la buona novella del suo amore.

Missione

Altro…
  • L´obiettivo principale della Famiglia Internazionale è il miglioramento della qualità di vita degli altri mediante la condivisione del messaggio vivificante dell´amore, della speranza e della salvezza che troviamo nella Parola di Dio. Crediamo che l´amore di Dio — applicato a livello pratico nella nostra vita quotidiana — sia la chiave per risolvere molti dei problemi della società, anche nel mondo complesso e frenetico di oggi. Impartendo la speranza e l´orientamento che troviamo negli insegnamenti della Bibbia, crediamo di poter contribuire alla costruzione di un mondo migliore — cambiando il mondo un cuore alla volta.

Valori

Altro…
  • Il discepolato

    Aspiriamo a creare un’atmosfera in cui i membri della Famiglia possano seguire Gesù secondo la loro chiamata personale e tener fede al loro impegno di seguire la volontà divina nella loro vita.

A proposito di LFI

LFI online è una comunità di membri della Famiglia Internazionale. LFIè una comunità cristiana internazionale impegnata a diffondere il messaggio dell'amore di Dio alle persone intorno al globo.

Visita il nostro sito principale se vuoi saperne di più su LFI.

Se sei un membro di LFI, fai l'accesso per vedere altro contenuto.

Ultime serie

Altro…
Arrivare al Cuore di tutto
Una serie di articoli che coprono i fondamenti della fede e della dottrina cristiana.
Vivere il Cristianesimo
Applicare gli insegnamenti della Bibbia alla nostra vbita di tutti i giorni a alle nostre decisioni.
Gesù - la sua vita e il suo messaggio
Principi fondamentali tratti dai Vangeli su cui costruire le nostre vite.