L’Ancora

Devozioni in formato semplice

  • Grazia per l’anno nuovo

    Compilazione

    [Grace for the New Year]

    L’inizio di un nuovo anno può stimolare obiettivi e visioni, ma a volte può portare stanchezza, insoddisfazione e paura.

       Tre anni fa, ho iniziato gennaio con un lavoro faticoso, perseguendo obiettivi di successo professionale e stabilità finanziaria che sembravano impossibili. Esausta dal lavoro, dallo sforzo di cercare di integrarmi e dalle mie aspettative deluse, desideravo un anno in cui le cose finalmente sarebbero andate come volevo io.

    Mi sono confidata con un’amica riguardo al mio risentimento per l’anno precedente e al mio desiderio disperato di un cambiamento drastico […] preferibilmente dall’oggi al domani. Lei mi ha ascoltato, ha annuito e ha persino riflettuto sulle sue recenti difficoltà.

       Poi ha detto: «Un tempo mi importava che la vita mi concedesse una “pausa”, ma onestamente so che queste avversità saranno un’opportunità per affidarmi maggiormente a Dio. Ora chiedo semplicemente a Dio di darmi la sua forza».

    All’inizio ho reagito con riluttanza. Volevo la forza di Dio […] ma anche una tregua. Ma stavo davvero chiedendo a Dio di darmi la sua forza e di rendermi più fedele tanto quanto gli stavo chiedendo di migliorare la mia vita?

    Non è sbagliato chiedere a Dio sollievo e liberazione. Noi serviamo un Salvatore che compie miracoli, che può dividere il mare, dare la vista ai ciechi e rimuovere qualsiasi difficoltà che affrontiamo. Ma il Signore può anche darci la sua forza per superare una giornata deludente o per crescere durante un periodo difficile. La nostra prova più dura potrebbe essere un’opportunità per vedere la potenza di Dio.

    Abacuc 3:17-19 dice: «Anche se il lavoro dell’ulivo sarà deludente e i campi non daranno più cibo, […]  Dio, il Signore, è la mia forza; egli renderà i miei piedi come quelli delle cerve e mi farà camminare sulle alture».

       Quest’anno potrebbe riservarci delle difficoltà, ma ricordiamo queste quattro verità:

    1. La forza di Dio è a nostra disposizione, se solo lo invochiamo.
    2. Dio è già nel futuro che ci preoccupa. La sua Parola può darci saggezza e ricordarci che sono in arrivo cose buone.
    3. In questo mondo imperfetto, le difficoltà sono inevitabili. Ma Dio usa tutte le cose per il nostro bene e per la sua gloria (Giovanni 16:33). Quindi, anche nei giorni peggiori, possiamo confidare che Lui è all’opera, anche se non ne comprenderemo il motivo fino al giorno in cui saremo in cielo.
    4. Le nostre prove possono diventare la nostra testimonianza. Noi serviamo un Dio di redenzione che può redimere i nostri anni passati e l’anno presente.

    Ricorda che, anche se l’anno scorso ha presentato le sue sfide e quest’anno può riservare momenti difficili, il tuo Salvatore ti darà sempre la sua forza quando gliela chiederai. Con Gesù, c’è gioia al mattino e forza per la lotta.

    Caro Gesù, quest’anno usa le difficoltà che incontro per rendermi più saggia, migliore e più fedele. Fa’ che io le veda come opportunità per appoggiarmi a Te. Vorrei che la vita fosse diversa, ma so anche che Tu sei un Dio buono che può darmi forza. Ti chiedo la tua forza in questo momento. Nel nome di Gesù, Amen.Grace Valentine1

    Anno nuovo, stesso Dio

    Con l’avvicinarsi del nuovo anno, mi è venuto un pensiero ricorrente che può sembrare semplice, ma che racchiude una grandissima verità: «Anno nuovo, stesso Dio!» Questa breve affermazione mi ricorda il bellissimo versetto di Ebrei 13:8: «Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e in eterno».

    Scrivendo alla Chiesa di Filippi, Paolo disse: «Fratelli, [...] una cosa faccio: dimenticando le cose che stanno dietro e protendendomi verso quelle che stanno davanti, corro verso la mèta per ottenere il premio della celeste vocazione di Dio in Cristo Gesù» (Filippesi 3:13-14).

    Con i cambiamenti riguardanti la famiglia, la chiesa, la politica e la tecnologia che ci investono così rapidamente, è confortante sapere che Dio non cambia mai. Dio non si «adatta» ai tempi. La Parola non cambia in base alle pressioni culturali o alle situazioni opprimenti della vita. Dio non ha bisogno di cambiare perché è già il Re dei re e il Signore dei signori! Noi dobbiamo solo «protenderci».

    All’inizio di un nuovo anno, è naturale riflettere sul passato e fissare obiettivi per il futuro. Ma come cristiani […] i nostri obiettivi non devono riguardare solo il raggiungimento del successo personale o del benessere finanziario, ma piuttosto l’onorare Dio e allineare la nostra vita alla sua volontà.

    Un modo per iniziare a fissarci degli obiettivi divini è cercare con devozione la guida di Dio. Ascoltate la sua voce e chiedete la sua guida per l’anno a venire. Il salmista dice nel Salmi 37:4: «Trova la tua gioia nel Signore ed Egli appagherà i desideri del tuo cuore». Quando cerchiamo prima Dio, Egli ci guida ed esaudisce i nostri desideri che sono in linea con la sua volontà per la nostra vita.

    Quindi, mentre iniziamo il nuovo anno, ricordiamoci che: «Anno nuovo, stesso Dio!» —Chaplain Allen2

    Guardare al domani

    Mentre siamo sulla soglia dell’anno nuovo, abbiamo la tendenza naturale a pensare a ciò che ci aspetta nel prossimo anno. Nel corso di questo viaggio chiamato vita, sperimentiamo bene e male, abbiamo alti e bassi e spesso non abbiamo idea di cosa ci aspetti. Come cristiani, cerchiamo di fare le scelte migliori che possiamo e di condurre una vita buona e onesta che piaccia a Dio e aiuti la vita del nostro prossimo, ma ogni giorno prendiamo decisioni che possono influenzare il nostro futuro — e non sempre è chiaro in che modo lo farà.

    Non è facile, nemmeno nei momenti più semplici, ma i tempi in cui viviamo ora sono tutt’altro che semplici. Possiamo dare per scontato che questo sia un periodo interessante per gli studiosi della cultura e della storia, ma per chi di noi ci vive la realtà è che ogni nuovo anno sembra introdurre incertezze e rischi nuovi.

    Una cosa a cui però possiamo aggrapparci come rifugio e ancora salda nella vita è l’amore di Dio, la sua premura nei nostri confronti anche nei momenti più bui e difficili. «Dio stesso ha detto: “Io non ti lascerò e non ti abbandonerò”» (Ebrei 13:5). Affinché «noi che abbiamo cercato rifugio in lui avessimo un grande incoraggiamento nell'afferrarci saldamente alla speranza che ci è posta davanti. In essa infatti noi abbiamo come un’ancora della nostra vita, sicura e salda» (Ebrei 6:18-19).

    Nel 1939, un giovane predicatore e musicista di nome Ira Stanphill sposò Selma Lawson, figlia di un pastore protestante, che aveva una bella voce e suonava il piano. Purtroppo, il loro matrimonio terminò nel 1948 e la sua ex-moglie rimase uccisa in un incidente d’auto poco tempo dopo. Sembra che negli anni intercorsi tra la loro separazione, il divorzio e poi la sua morte, Stanphill sia caduto in una profonda depressione.

    Una sera stava guidando e cominciò a canticchiare una canzone in cui esprimeva come non sapeva cosa il futuro serbasse, ma confidava in Dio in ogni circostanza al di là della propria comprensione. Arrivato a casa, corse al pianoforte e buttò giù le parole della canzone «So chi ha in mano il futuro», che nel corso degli anni ha motivato molte persone che devono affrontare un futuro ignoto.

    Molte cose del domani
    sembra che non capirò;
    ma so chi ha in mano il domani
    e so chi ha in mano me.

    Non mi preoccupo del futuro,
    perché conosco le parole di Gesù,
    e oggi camminerò al suo fianco,
    perché Lui sa cosa ci attende. —Ira Stanphill

    Dio non promette che camminare con Lui sarà facile; quel che promette è che ogni giorno della nostra vita è nelle sue mani. Mentre entriamo in un anno nuovo, è di grande conforto renderci conto che Colui che ci ama più di ogni altro conosce la via e la percorrerà con noi ogni giorno. —Ronan Keane

    Una preghiera per l’anno nuovo

    Padre nostro e Dio nostro, all’inizio di questo nuovo anno confessiamo il nostro bisogno della Tua presenza e della Tua guida mentre affrontiamo il futuro.

    Ognuno di noi ha le sue speranze e aspettative per l’anno che ci aspetta, ma solo Tu sai cosa ci riserva e solo Tu puoi darci la forza e la saggezza di cui avremo bisogno per affrontare le sue sfide. Aiutaci quindi a mettere umilmente le nostre mani nelle Tue, a confidare in Te e a cercare la Tua volontà per la nostra vita nell’anno che verrà.

    In mezzo alle incertezze della vita nei giorni a venire, rassicuraci della certezza del Tuo amore immutabile. In mezzo alle inevitabili delusioni e ai dolori della vita, aiutaci a rivolgerci a Te per trovare la stabilità e il conforto di cui avremo bisogno. In mezzo alle tentazioni della vita e col richiamo della nostra ostinata volontà, aiutaci a non perdere la strada, ma ad avere il coraggio di fare ciò che è giusto ai Tuoi occhi, qualunque ne sia il costo.

    E in mezzo alle nostre preoccupazioni e attività quotidiane apri i nostri occhi alle sofferenze e alle ingiustizie del nostro mondo ferito e aiutaci a rispondere con compassione e sacrificio a quelli che sono bisognosi e senza amici. Possa la nostra costante preghiera essere quella dell’antico salmista: «Insegnami, Signore, la via dei tuoi statuti e io la seguirò sino alla fine» (Salmi 119:33). […]

    Ripensando all’anno appena trascorso, ti ringraziamo per la tua bontà nei nostri confronti, che va ben oltre ciò che meritiamo. Fa’ che non diamo mai per scontata la tua bontà passata né dimentichiamo tutte le tue misericordie verso di noi, ma che esse ci conducano invece a […] un nuovo impegno a fare di Te il fondamento e il centro della nostra vita quest’anno.

    E così, Padre nostro, ti ringraziamo per la promessa e la speranza di questo nuovo anno, e lo attendiamo con fiducia e fede. Te lo chiedo nel nome del nostro Signore e Salvatore, che con la sua morte e risurrezione ci ha dato speranza sia per questo mondo che per quello a venire. Amen. —Billy Graham3

    Pubblicato originariamente sull’Ancora in inglese il 30 dicembre 2025.


    1 Grace Velentine, “Four Truths To Remember About God’s Strength at the Start of 2025”, proverbs31.org, 1° gennaio 2025, https://proverbs31.org/read/devotions/full-post/2025/01/01/four-truths-to-remember-about-gods-strength-at-the-start-of-2025.

    2 Chaplain Allen Thyssen, “Reflections—New Year, Same God”, nations.edu, 4 gennaio 2024, https://nationsu.edu/reflections-new-year-same-god

    3 “Billy Graham’s Prayer for a New Year”. billygraham.org, 1° gennaio 2024, https://billygraham.org/articles/billy-grahams-prayer-for-the-new-year-4.

  • Dic 25 Emmanuele, Dio con noi
  • Dic 24 Abbiamo bisogno gli uni degli altri
  • Dic 22 La speranza del Natale
  • Dic 20 La creazione dell’uomo come maschio e femmina
  • Dic 19 La gioia del Natale
  • Dic 17 Sei solo, questo Natale?
  • Dic 13 Autentica autenticità
  • Dic 12 Cristo cerca le anime perdute
  • Dic 8 Gli effetti del cristianesimo: ospedali e scuole
   

L’Angolo dei Direttori

Studi biblici e articoli che edificano la fede

  • La vita di un discepolo, parte 4: il rapporto con Dio

    [The Life of Discipleship, Part 4: Relationship with God]

    Il nostro rapporto con Dio – la nostra comunione con Lui – è fondamentale per il nostro cammino di discepoli. Come cristiani, abbiamo la benedizione, l’onore e il privilegio di avere un rapporto personale con Dio. È quasi incomprensibile pensare che il Creatore dell’universo desideri entrare in comunione con noi e che si sia spinto a tanto per riconciliarci con Sé – fino a far morire suo Figlio Gesù sulla croce per tutta l’umanità! Come scrive l’apostolo Paolo: “Fedele è Dio, per mezzo del quale siete stati chiamati alla comunione del Figlio suo Gesù Cristo, nostro Signore” (1 Corinzi 1:9).

    Gesù ha dato l’esempio di dedicare tempo al rapporto con il Padre. Nei Vangeli leggiamo che si alzava presto al mattino per pregare (Marco 1:35), che si ritirava dalla folla per pregare (Luca 5:15-16) e che passava la notte in preghiera (Luca 6:12-13). Si prendeva del tempo per stare in comunione con Dio, per entrare in contatto con Lui e ricevere i suoi insegnamenti (Giovanni 5:30).

    La nostra comunione con Dio implica trascorrere del tempo alla sua presenza, adorarlo, parlargli in preghiera, leggere la sua Parola e ascoltare ciò che ha da dirci attraverso di essa, nonché ascoltare la sua voce quando ci parla personalmente. Dobbiamo dedicare del tempo a lodarlo e ringraziarlo per ciò che è e per ciò che ha fatto per noi, “offrendo continuamente il nostro sacrificio di lode” (Ebrei 13:15) e comunicando con Lui durante la giornata. Abbiamo bisogno di prenderci del tempo per entrare in contatto con il nostro Creatore e Salvatore che, nel suo grande amore, sostiene la nostra vita e desidera entrare in comunione con noi.

    Quando ci prendiamo del tempo per stare in compagnia del Signore, Lui risponde. Quando interrompiamo le altre attività ed entriamo alla sua presenza, ci mettiamo in condizione di ascoltarlo e di ricevere le sue indicazioni. Egli è in grado di guidarci con il suo consiglio (Salmi 73:24) e di insegnarci a fare la sua volontà (Salmi 143:10).

    Pregare, lodarlo e adorarlo, parlargli della nostra vita – delle nostre speranze e dei nostri sogni, dei nostri trionfi e dei nostri fallimenti, confessare i nostri peccati, chiedere il suo aiuto, dirgli che lo amiamo, ascoltare ciò che ci dice – fanno tutti parte della comunione, dell’amicizia e della relazione che dobbiamo avere con Lui.

    La comunicazione bidirezionale è un elemento chiave di un rapporto e la nostra comunione con il Signore non è diversa: occorre sia ascoltarlo che parlare con Lui. Il mezzo principale per ascoltare Dio è la lettura della sua Parola, la Bibbia. Egli ci parla attraverso le Scritture quando le leggiamo, pensiamo a ciò che dicono, le meditiamo e ci chiediamo cosa significhi per noi e come possiamo applicarle alla nostra vita quotidiana. Egli parla anche ai nostri cuori quando ci acquietiamo e ascoltiamo la sua piccola voce.

    Quando apriamo i nostri cuori e le nostre vite a Lui - condividendo i nostri fardelli, le nostre preoccupazioni e le nostre paure, così come le nostre speranze, le nostre gioie e i nostri sogni - il nostro rapporto con Lui cresce. Se dedichiamo del tempo allo studio e alla meditazione della Parola di Dio e impariamo ad applicarla alla nostra vita, cresciamo nella fede e nella fiducia in Dio, nella comprensione e nell’adorazione di Lui. Comunicare con Lui attraverso la preghiera, amarlo, passare del tempo ad ascoltarlo, imparare da Lui, essere regolarmente in comunione con Lui, fa tutto parte dell’avvicinarsi a Lui e del diventare come Lui, come sottolinea il seguente articolo.

    Cosa significa comunione con Cristo?

    È sorprendente pensare che Dio partecipi alla nostra vita. Amicizia con Cristo significa che non solo noi partecipiamo alla vita di Cristo, ma anche Cristo partecipa alla nostra. Personalmente, questa rivelazione mi ha aiutato a gestire la vita in modo diverso. […]

    L’arrivo di momenti di prova o difficoltà, possono aiutarci a riconoscere che Gesù Cristo è presente in ogni situazione con noi. Quando le cose vanno bene e senza intoppi, possiamo vedere come Gesù sia ancora in tutto questo con noi. È comprensivo e intimo, e non ci lascia a risolvere le cose da soli. Partecipa alla nostra vita. […]

    Quando vediamo la parola “comunione fraterna” nella Bibbia, non è solo l’idea di relazione. La parola relazione indica una connessione tra due parti. Quindi, anche se siamo legati a Cristo (Giovanni 15), siamo invitati a qualcosa di più profondo: la comunione.

    La relazione con Dio è l’invito iniziale a entrare in rapporto con Lui. La salvezza di Gesù ci mette in relazione con Lui. Ma la comunione con Dio è un invito all’intimità con Lui. Non solo siamo in relazione con Lui (cioè connessi e ristabiliti con Lui), ma possiamo avere comunione con Lui, tanto che camminiamo nella luce, come Egli è nella luce, abbiamo comunione l’uno con l’altro, e il sangue di Gesù, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato (1 Giovanni 1:6-7).

    Questa è la via, o il mezzo, per cui diventiamo più simili a Lui e vediamo la sua vita nella nostra. Quando siamo in comunione con Gesù, diventiamo più simili a Lui e lo rispecchiamo, e questo approfondisce il nostro rapporto con Dio. —Tanya Remkiv1

    Il principio della preghiera

    Quando i suoi discepoli chiesero a Gesù di insegnare loro a pregare, Egli insegnò loro il Padre Nostro. Quando recitiamo questa preghiera, dimostriamo il nostro rispetto per Dio come colui che è santo e al di sopra di tutto; chiediamo che sia fatta la sua volontà sulla terra e nella nostra vita; riconosciamo la nostra dipendenza da Lui per le nostre necessità quotidiane e chiediamo il perdono dei nostri peccati (Matteo 6:9-13).

    Gesù ha insegnato ai suoi discepoli anche a essere vigili nella preghiera, a “vegliare e pregare” (Matteo 26:41). Dal suo esempio impariamo a pregare in solitudine (Luca 6:12), a pregare ringraziando, a pregare con altri credenti e a intercedere per gli altri (Giovanni 17:20-26). Il suo esempio di allontanarsi dagli impegni della vita, di prendersi del tempo da solo in preghiera, di pregare con gli altri e di intercedere per loro, segna il percorso per tutti quelli che desiderano camminare sulle sue orme.

    Una delle cose più fondamentali che Gesù ha insegnato ai suoi seguaci riguardo alla preghiera è di avere il giusto rapporto con il Padre. Gesù pregava costantemente suo Padre e insegnava ai suoi discepoli a fare lo stesso. Siamo figli e figlie di Dio, essendo stati adottati nella famiglia di Dio. Quando preghiamo, ci presentiamo davanti ad Abba, nostro Padre.

    Come cristiani, abbiamo ricevuto l’incredibile privilegio di entrare alla presenza di Dio mediante la preghiera. Possiamo entrare in comunione con Lui, lodarlo e adorarlo, ringraziarlo per tutto ciò che ha fatto e per la sua bontà e la sua grazia: il suo favore immeritato nei nostri confronti. Possiamo mettere a nudo i nostri cuori davanti a Lui e condividere i nostri pensieri più intimi, i nostri desideri e le nostre preoccupazioni, e presentargli i nostri problemi e le nostre necessità. Possiamo intercedere per gli altri nel momento del bisogno e affidare i nostri cari alle sue cure. Possiamo presentargli ogni nostra preoccupazione e ansia.

    Quando siamo deboli e stanchi, possiamo affidare a Lui il nostro cuore. Quando abbiamo fallito, commesso un errore o un torto e abbiamo peccato, possiamo confessare, chiedere il suo perdono e riceverlo. Possiamo parlare con Lui quando siamo allegri o tristi, in buona o in cattiva salute, se viviamo nell’abbondanza o nella penuria, perché abbiamo un rapporto con Colui che non solo ci ha creato, ma ci ama profondamente e vuole far parte di ogni aspetto della nostra vita. La preghiera è il nostro mezzo per invitarlo a partecipare alla nostra vita quotidiana, per chiedergli di essere direttamente e intimamente coinvolto nella nostra vita.

    La preghiera non deve essere una conversazione a senso unico, in cui siamo noi a parlare e Dio ad ascoltare. Nei momenti di preghiera, dobbiamo anche ascoltare ciò che Dio vuole dirci attraverso la Bibbia che leggiamo, attraverso ciò che dicono gli insegnanti o i predicatori divini, o restando in silenzio davanti a Lui e aprendo il nostro cuore per ascoltare la sua voce. Dio può parlarci in diversi modi quando meditiamo sulla sua Parola, quando gli chiediamo di mostrarci come applicare ciò che abbiamo letto nella nostra vita quotidiana e quando facciamo silenzio dentro di noi e gli diamo la possibilità di parlarci.

    Attraverso il suo esempio e i suoi insegnamenti, Gesù ha insegnato l’importanza della preghiera e, soprattutto, che le nostre preghiere devono essere fondate su un rapporto intimo con Dio. Oltre ai momenti di preghiera dedicati, siamo chiamati a essere in continua comunione con Dio, in un certo senso ad avere un dialogo continuo con Lui: parlare con Lui, chiedere la sua guida, lodarlo, ascoltarlo durante la nostra giornata. Possiamo vedere questo come il significato dell’ammonimento generale di Paolo a pregare “continuamente” o “incessantemente” (1 Tessalonicesi 5:17). Realisticamente non abbiamo il tempo, durante la nostra giornata di lavoro e le responsabilità della vita, di interrompere tutte le attività per dedicarci alla preghiera, ma mentre svolgiamo il nostro lavoro e le nostre mansioni, possiamo “praticare la presenza di Gesù”2, affidandogli costantemente i nostri pensieri, le nostre attività e le nostre comunicazioni con gli altri durante la giornata.

    Mossi dalla preghiera

    Innanzitutto, preghiamo. Siete in viaggio per aiutare gli affamati? Assicuratevi di immergere la vostra missione nella preghiera. Lavorate per sciogliere i nodi dell’ingiustizia? Pregate. Siete stanchi di un mondo di razzismo e divisioni? Anche Dio lo è. E vorrebbe parlarne con voi.

    Soprattutto, preghiamo. Dio ci ha chiamati a predicare senza sosta? A insegnare senza sosta? A fare riunioni di comitato senza sosta? O a cantare senza sosta? No, ma ci ha chiamati a “pregare incessantemente” (1 Tessalonicesi 5:17).

    Gesù ha forse dichiarato: La mia casa sarà chiamata casa di studio? Di compagnia? Di musica? Una casa di esposizione? Una casa di attività? No, ma ha detto: “La mia casa sarà chiamata casa di preghiera” (Marco 11:17).

    Nessun’altra attività spirituale garantisce tali risultati. “Se due di voi sulla terra si accordano e pregano, mio Padre che è nei cieli si mette in azione” (Matteo 18:19 MSG). Si commuove davanti a cuore umile che prega. È commosso dalla preghiera. —Max Lucado3

    L’invito alla comunione

    Nel suo amore per l’umanità, Dio ci ha riscattati dalla punizione per il nostro peccato mediante la vita, la morte e la risurrezione di Gesù. Sperimentiamo il suo amore e siamo riportati in comunione con Lui attraverso la morte sacrificale del suo amato Figlio. Offriamo a Dio il nostro amore e il nostro rispetto a causa del suo amore e del suo perdono.

    Quando leggiamo che Dio “ha tanto amato il mondo che ha dato il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna” (Giovanni 3:16), capiamo che ciò significa che “Dio mi ama personalmente”. La nostra salvezza e il nostro rapporto con Dio si basano unicamente sull’opera di Gesù, che ci è stata data come dono d’amore. Il suo amore è incondizionato, indipendente dai nostri errori, peccati, fallimenti o dai sentimenti di scoraggiamento che possiamo provare. Siamo amati da Dio come suoi figli per il solo fatto di essere uniti a suo Figlio mediante la salvezza. “Nessun’altra creatura potrà separarci dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore” (Romani 8:38-39).

    Il nostro desiderio di un rapporto con Dio ci spinge a rimanere in Lui attraverso la preghiera, l’adorazione e la lettura della Bibbia e a vivere la nostra fede servendolo e condividendo il suo amore e la sua verità con gli altri. Come discepoli, cerchiamo ardentemente la sua comunione e la sua presenza nella nostra vita.

    L’appello che Gesù rivolse a una delle chiese nell’Apocalisse è rivolto anche a noi oggi: “Io sto alla porta e busso: se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli con me” (Apocalisse 3:20). Nella cultura del tempo di Gesù, l’invito a condividere un pasto con qualcuno era inteso come un invito a comunicare. Come suoi discepoli, cerchiamo di crescere nel nostro rapporto con Gesù, di conoscerlo meglio, di amarlo più profondamente. Quando trascorriamo del tempo alla sua presenza, dimostriamo a nostra volta agli altri le sue qualità: il suo amore, la sua gentilezza, la sua compassione, il suo calore, il suo perdono e la sua misericordia.

    A quelli che apriranno la porta, Gesù ha promesso una stretta comunione, immaginata come un pasto insieme. […] Oggi Gesù continua a dire: “Sto alla porta e busso!” […] Egli rivolge il suo accorato invito alla piena comunione. Colui che detiene le chiavi del regno dei cieli (Matteo 16:19; Apocalisse 1:18; 3:7) ci chiama tutti ad ascoltare la sua voce e ad aprire la porta perché possa entrare e condividere un’intima unione con noi. A quelli che rispondono, Gesù Cristo garantisce la porta aperta della vita eterna e la ricompensa di regnare con Lui in cielo. —Got Questions4

    Pensieri su cui meditare

    Il nostro rapporto con Dio è esattamente quello, un rapporto. Il suo invito è chiaro e semplice: “Venite a parlare con me, o popolo mio”. E la nostra risposta? “Eccomi, Signore” (Salmo 27:8 TLB). Noi rimaniamo con Lui e Lui rimane con noi. —Max Lucado

    Siamo stati creati per avere un rapporto consapevole e personale con Dio. Noi che abbiamo la fortuna di conoscere Dio siamo chiamati a una relazione personale con il Creatore. […] Dio condivide con noi ogni cosa della nostra vita, buona e cattiva. Non teniamo nulla per noi. Dio può gestire tutto senza problemi. Anzi, Dio ci abbraccia a prescindere da dove ci troviamo nella vita. —Jovian Weigel

    L’amicizia con Dio si costruisce condividendo con lui tutte le esperienze della vita. Certo, è importante formare l’abitudine di un momento di devozione quotidiana con Dio, ma Lui vuole più di un appuntamento nella nostra agenda. Vuole essere coinvolto in ogni attività, in ogni conversazione, in ogni problema e persino in ogni pensiero. È possibile portare avanti una conversazione continua e aperta con lui durante la giornata, parlando con lui di qualsiasi cosa si stia facendo o pensando in quel momento. “Pregare senza sosta” significa conversare con Dio mentre si fa la spesa, si guida, si lavora o si svolge qualsiasi altra attività quotidiana. —Rick Warren

    Cosa dice la Bibbia

    Perseverate nella preghiera e vegliate in essa, rendendo grazie (Colossesi 4:2).

    Quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! La ragione per cui il mondo non ci conosce è perché non ha conosciuto lui (1 Giovanni 3:1).

    Siate sempre allegri; non cessate mai di pregare; in ogni cosa rendete grazie, perché questa è la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi. (1 Tessalonicesi 5:16-18).

    Preghiera

    Padre celeste, desidero approfondire il mio rapporto con Te. Voglio conoscerti più intimamente e riflettere più pienamente il tuo carattere. Accresci la mia fede e la mia fiducia in Te. Approfondisci la mia comprensione della tua Parola e aiutami ad applicarla alla mia vita quotidiana. Rafforza la mia vita di preghiera e insegnami ad ascoltare la tua voce. Mostrami le aree della mia vita in cui devo maturare e dammi il coraggio di affrontare queste sfide. Aiutami a morire a me stesso ogni giorno e a vivere per Cristo. Che io possa crescere in umiltà, compassione e amore per gli altri. Signore, plasmami nella persona che vuoi che io sia. Fa’ che la mia vita sia una testimonianza del tuo potere di trasformazione. Nel nome di Gesù, amen.5


    1 Tanya Remkiv, “What Does Fellowship with Christ Mean”, 19 dicembre 2022,  https://tanyaremkiv.com/2022/12/19/what-does-fellowship-with-christ-mean/

    2 La pratica della presenza di Gesù, come suggerisce da Fra Lorenzo, è una disciplina spirituale che incoraggia una consapevolezza costante della presenza di Dio in ogni aspetto della vita. Parla di coltivare un rapporto profondo e intimo con Gesù mediante un impegno attivo nella preghiera e nella riflessione durante la giornata, anche durante le attività quotidiane.

    3 Max Lucado, God Is with You Every Day: 365-day Devotional (Thomas Nelson, 2015), 22.

    4 “What Did Jesus Mean When He Said, ‘I Stand at the Door and Knock’?” GotQuestions.org,  https://www.gotquestions.org/I-stand-at-the-door-and-knock.html.

    5 “10 Powerful Prayers to Get Closer to God and Find Stillness in His Presence”, My Prayer Item, https://myprayeritem.com/10-powerful-prayers-to-get-closer-to-god/.


    Pubblicato originariamente in inglese il 30 settembre 2025.

  • Dic 16 La vita di un discepolo, parte 3: dimorare in Cristo
  • Dic 2 1 Corinzi: capitolo 13 (versetti 1-13)
  • Nov 18 La vita di un discepolo, parte 2: amare Dio con tutto il nostro essere
  • Nov 4 1 Corinzi: capitolo 12 (versetti 12-30)
  • Ott 21 La vita di un discepolo: introduzione
  • Ott 7 1 Corinzi: capitolo 12 (versetti 1-11)
  • Set 23 1 Corinzi: capitolo 11 (versetti 17-34)
  • Ago 26 1 Corinzi: capitolo 11 (versetti 2-16)
  • Lug 29 1 Corinzi: capitolo 10 (versetti 16-33)
   

Dottrine

Altro…
  • La Famiglia Internazionale (LFI) [The Family International – TFI] è una comunità cristiana online impegnata nella diffusione del messaggio dell’amore di Dio in tutto il mondo. Crediamo che tutti possano avere una relazione personale con Dio, mediante Gesù Cristo, che concede felicità e pace spirituale, oltre alla motivazione ad aiutare altri e a diffondere la buona novella del suo amore.

Missione

Altro…
  • L´obiettivo principale della Famiglia Internazionale è il miglioramento della qualità di vita degli altri mediante la condivisione del messaggio vivificante dell´amore, della speranza e della salvezza che troviamo nella Parola di Dio. Crediamo che l´amore di Dio — applicato a livello pratico nella nostra vita quotidiana — sia la chiave per risolvere molti dei problemi della società, anche nel mondo complesso e frenetico di oggi. Impartendo la speranza e l´orientamento che troviamo negli insegnamenti della Bibbia, crediamo di poter contribuire alla costruzione di un mondo migliore — cambiando il mondo un cuore alla volta.

Valori

Altro…
  • Diversità e innovazione

    Nell’opera di assistenza e missionaria, sono molto importanti la creatività e l’iniziativa personale. Quando Dio ci guida e noi decidiamo di seguirlo, tutto è possibile.

A proposito di LFI

LFI online è una comunità di membri della Famiglia Internazionale. LFIè una comunità cristiana internazionale impegnata a diffondere il messaggio dell'amore di Dio alle persone intorno al globo.

Visita il nostro sito principale se vuoi saperne di più su LFI.

Se sei un membro di LFI, fai l'accesso per vedere altro contenuto.

Ultime serie

Altro…
Arrivare al Cuore di tutto
Una serie di articoli che coprono i fondamenti della fede e della dottrina cristiana.
Vivere il Cristianesimo
Applicare gli insegnamenti della Bibbia alla nostra vbita di tutti i giorni a alle nostre decisioni.
Gesù - la sua vita e il suo messaggio
Principi fondamentali tratti dai Vangeli su cui costruire le nostre vite.