L’Ancora

Devozioni in formato semplice

  • I doni dello Spirito

    Il tesoro

    [God’s Gifts of the Spirit]

    Dio ci ha fatto molti doni meravigliosi. Ci ha fatto il dono della vita e ha creato per noi questo bellissimo mondo in cui vivere e di cui godere. Ci ha dato la capacità di provare amore e amare gli altri, ci ha dato intelligenza e la capacità di ragionare come esseri creati a sua immagine e somiglianza. Il dono inestimabile della vita, con tutte le gioie e le difficoltà che l'accompagnano, è stato dato gratuitamente a tutti. Soprattutto, per sua grazia, Dio ci ha fatto dono della salvezza eterna e dell'infusione dello Spirito Santo. E a sua volta ci dice: "Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date" (Matteo 10:8).

    Lo Spirito Santo ci dà la potenza per essere testimoni di Cristo (Atti 1:8), riversa nei nostri cuori l'amore per gli altri (Romani 5:5) e ci fa comprendere e ricordare la Parola di Dio (Giovanni 14:26). Grazie allo Spirito Santo, ognuno di noi riceve anche alcuni doni spirituali per poter servire Dio e gli altri, come spiega il seguente passo di 1 Corinzi:

    Ora vi è diversità di doni, ma vi è un medesimo Spirito. Vi è diversità di ministeri, ma non vi è che un medesimo Signore. Vi è varietà di operazioni, ma non vi è che un medesimo Dio, il quale opera tutte le cose in tutti. Ora a ciascuno è data la manifestazione dello Spirito per il bene comune.

    Infatti a uno è data, mediante lo Spirito, parola di sapienza; a un altro parola di conoscenza, secondo il medesimo Spirito; a un altro, fede, mediante il medesimo Spirito; a un altro, doni di guarigione, per mezzo del medesimo Spirito; a un altro, potenza di operare miracoli; a un altro, profezia; a un altro, il discernimento degli spiriti; a un altro, diversità di lingue e a un altro, l'interpretazione delle lingue; ma tutte queste cose le opera quell'unico e medesimo Spirito, distribuendo i doni a ciascuno in particolare come vuole (1 Corinzi 12:4-11).

    Come possiamo vedere, lo Spirito Santo fa ai credenti dei doni spirituali che vengono distribuiti a ciascuno come Lui stabilisce. Questi includono il dono della fede, un linguaggio di saggezza e conoscenza, i doni di guarigione e di operare miracoli, la profezia, il discernimento degli spiriti, il parlare lingue diverse e interpretarle. Diamo uno sguardo a ciascuno di questi doni.

    Il dono della fede: la Bibbia dice che "per grazia siete stati salvati mediante la fede. E ciò non viene da voi, ma è il dono di Dio" (Efesini 2:8-9). Ogni figlio di Dio nato di nuovo riceve una certa quantità di fede, poi la fede di ogni cristiano cresce nel tempo quando legge e assorbe la Parola di Dio e agisce in base a essa. Ma avere uno speciale dono di fede che si manifesta in una fiducia forte e incrollabile in Dio, nella sua Parola e nelle sue promesse è un dono dello Spirito Santo che edifica e rafforza altri cristiani. Molte persone altrimenti ordinarie che hanno il dono della fede sono state usate da Dio per fare cose straordinarie per cambiare la loro parte del mondo e per edificare il corpo di Cristo (Efesini 4:16).

    In Ebrei 11 leggiamo alcuni esempi di persone con il dono della fede, persone che hanno avuto una fede straordinaria che ha permesso loro di fare cose che normalmente non sarebbero state possibili. Leggiamo della fede di Noè che spese centoventi anni a costruire un'arca, anche se non aveva mai piovuto prima, e di Mosè che guidò il popolo di Israele attraverso il Mar Rosso (Ebrei 11:7, 22-29). In tempi più recenti, abbiamo esempi come George Mueller (1805-1898), che aveva una grande fede che Dio potesse provvedere finanziariamente ai cinque orfanotrofi da lui fondati in Inghilterra, che nel corso della sua vita si presero cura di quasi diecimila orfani.

    I doni della parola di saggezza e di conoscenza: l'apostolo Paolo fa riferimento ai doni di "parola di sapienza" e di "parola di conoscenza" in 1 Corinzi 12:8. La sapienza e la conoscenza sono spesso abbinate nelle Scritture. "Il principio della saggezza è il timore del Signore e conoscere il Santo è intelligenza" (Proverbi 9:10). E in Efesini leggiamo: "Affinché il Dio del nostro Signore Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione perché possiate conoscerlo pienamente" (Efesini 1:17).

    La conoscenza di Dio, della sua Parola e delle sue vie è importante per tutti i credenti. Acquisiamo conoscenza mediante lo studio e l'applicazione della Parola di Dio e basando la nostra vita su di essa (Matteo 7:24). "E prego che il vostro amore abbondi sempre più in conoscenza e in ogni discernimento, perché possiate apprezzare le cose migliori, affinché siate limpidi e irreprensibili per il giorno di Cristo" (Filippesi 1:9-10).

    Tutti i cristiani hanno bisogno di saggezza e Giacomo ci dice di chiedere saggezza se ne siamo privi: "Se poi qualcuno di voi manca di saggezza, la chieda a Dio che dona a tutti generosamente senza rinfacciare, e gli sarà data" (Giacomo 1:5). In Colossesi, la Parola di Dio è evidenziata come fonte della vera sapienza: "La parola di Cristo abiti in voi abbondantemente, istruendovi ed esortandovi gli uni gli altri con ogni sapienza" (Colossesi 3:16). La sapienza consiste nell'applicare correttamente la conoscenza di Dio.

    I doni spirituali di un discorso o di un messaggio di conoscenza e di sapienza sono ben più della conoscenza e della sapienza in cui tutti dovremmo crescere come cristiani. È anche il dono di parole (in quanto si tratta di un’espressione o di un messaggio parlato) che implicano la comprensione e la proclamazione della verità con un'intuizione speciale che viene da Dio attraverso il suo Spirito.

    I doni di guarigione: Gesù era seguito da grandi folle e, ovunque andasse, Lui guariva i malati; al suo tocco gli zoppi potevano camminare, i sordi udire, i ciechi vedere, i lebbrosi venivano guariti e la gente veniva liberata dagli spiriti maligni (Matteo 11:5; 12:15). "Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, predicando il vangelo del regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità" (Matteo 9:35). Le sue guarigioni erano un segno della sua autorità di Messia (Giovanni 7:31), che serviva ad autenticare il messaggio evangelico e a dimostrare che il regno di Dio era arrivato (Luca 11:16-20).

    I cristiani con il dono di guarigione ricevono dallo Spirito Santo la capacità di guarire in modo soprannaturale un disturbo specifico. Tuttavia, avere doni di guarigione non significa che la persona possa guarire gli altri a piacimento o che tutti quelli per cui prega saranno guariti. Negli Atti, leggiamo che Paolo guarì miracolosamente molte persone a Efeso (Atti 19:12). Leggiamo anche di casi in cui apparentemente non fu in grado di guarirle, come Timoteo dai suoi disturbi allo stomaco (1 Timoteo 5:23), o Epafrodito dalla malattia che ne minacciava la vita (Filippesi 2:26-27), o Trofimo, che "lasciò malato a Mileto" (2 Timoteo 4:20).

    La guarigione è un'anticipazione della vita futura, quando riceveremo i nostri corpi risorti e perfetti e non conosceremo più malattie o la morte (1 Corinzi 15:51-57). Fino ad allora non saremo completamente guariti da tutte le malattie, ma possiamo trovare la guarigione in questa vita, secondo la volontà del Signore (1 Giovanni 5:14). Nella Bibbia leggiamo: "La preghiera della fede salverà il malato e il Signore lo ristabilirà". Quindi "pregate gli uni per gli altri, affinché siate guariti" (Giacomo 5:15-16). Dio è sovrano quando si tratta di guarire e noi, che sperimentiamo la guarigione o no, siamo chiamati a "rendere grazie in ogni cosa" e ad affidargli ogni cosa in preghiera (1 Tessalonicesi 5:17-18).

    Il dono di operare miracoli: un miracolo può essere definito come un evento che comporta l'intervento diretto di Dio e che trascende le normali leggi della natura. Durante il suo ministero terreno, Gesù compì molti miracoli (come il pasto dei cinquemila in Matteo 14:15-21) che servivano ad attestare la sua identità di Figlio di Dio e quasi sempre attiravano una folla a cui poi impartiva i suoi insegnamenti. L'evento principale non erano i miracoli, ma le parole che pronunciava. I miracoli andavano a beneficio di pochi, ma i suoi sermoni andavano a beneficio di tutti quelli che li ascoltavano e da allora sono andati a beneficio di miliardi di persone.

    Lo Spirito Santo operò miracoli anche attraverso gli apostoli per diffondere il suo messaggio. Per esempio, nel libro degli Atti, leggiamo che Pietro guarì un mendicante zoppo alla porta del tempio; l'uomo fu immediatamente guarito e cominciò a "camminare, saltare e lodare Dio". Di conseguenza, si radunò una grande folla, alla quale Pietro predicò il vangelo di Gesù e della sua risurrezione, e più di cinquemila persone divennero cristiane quel giorno (Atti 3:3-10; 4:4).

    Gesù compie miracoli ancora oggi, per i suoi seguaci e per mezzo di loro, grazie a questo dono di operare miracoli. Uno dei miracoli più grandi è la nostra salvezza. Gesù entra nella nostra vita, ci trasforma e ci rende creature nuove con un destino eterno nel suo regno (2 Corinzi 5:17).

    Il dono della profezia: in 1 Corinzi, Paolo istruisce i credenti a "ricercare l'amore e desiderare ardentemente i doni spirituali, principalmente il dono di profezia". Poi spiega perché la profezia è un dono importante: "Chi profetizza parla agli uomini per loro edificazione, esortazione e conforto" (1 Corinzi 14:1, 3). Nell'Antico Testamento, i profeti annunciavano la parola di Dio alla loro generazione, spesso rispondendo alle esigenze del presente e talvolta predicendo il futuro (il segno del vero profeta in Deuteronomio 18:21-22).

    Nel Nuovo Testamento, con il dono della profezia lo Spirito dà a normali cristiani la capacità di pronunciare parole ispirate che trasmettono il messaggio di Dio. I cristiani con il dono della profezia sono in grado di ricevere dal Signore messaggi in cui Lui dà amore, incoraggiamento, conforto, guida e consigli.

    Il dono del discernimento: il dono del discernimento degli spiriti è menzionato solo una volta nel Nuovo Testamento, anche se si parla di discernimento in altri punti. Come nel caso di altri doni dello Spirito, tutti i credenti pieni di Spirito avranno in qualche misura il dono del discernimento, che crescerà man mano che il credente cresce nella fede. Il libro degli Ebrei ci dice che i credenti che sono maturati nella fede "per l'esperienza hanno le facoltà esercitate a discernere il bene dal male" (Ebrei 5:13-14).

    Il credente maturo riceve dallo Spirito Santo la capacità di discernere tra il bene e il male, tra la verità e l'inganno attraverso lo studio della Parola di Dio. In Atti 17:11, leggiamo che i credenti di Berea "accolsero la parola con grande entusiasmo, esaminando ogni giorno le Scritture per vedere se le cose stavano davvero così". E in 1 Giovanni, l'apostolo avverte i credenti: "Carissimi, non crediate a ogni spirito, ma provate gli spiriti per sapere se sono da Dio; perché molti falsi profeti sono sorti nel mondo" (1 Giovanni 4:1).

    Nella Bibbia leggiamo anche che alcuni credenti hanno il dono di discernere gli spiriti, che permette loro di distinguere tra verità ed errore e di "provare gli spiriti" per determinare se un insegnamento, una profezia o una forza spirituale viene da Dio o si oppone a Lui.

    Il dono delle lingue e la loro interpretazione: Il dono delle lingue è la capacità di parlare una o più lingue non apprese, quelle che l'apostolo Paolo definisce "lingue degli uomini e degli angeli" (1 Corinzi 13:1). A volte si tratta di lingue terrene – lingue di uomini – come nel caso del giorno di Pentecoste, quando gli apostoli e gli altri discepoli più stretti di Gesù furono tutti riempiti di Spirito Santo e predicarono alla folla di stranieri in varie lingue che non avevano mai parlato prima (Atti 2:1-11). Più spesso si tratta di lingue celesti, parole di angeli, che sono incomprensibili per chi le pronuncia o per chiunque altro, se non per mezzo del dono dell'interpretazione.

    Le lingue servono soprattutto per incoraggiamento personale, ispirazione ed edificazione. Anche quando la persona non capisce le parole pronunciate, parlare in lingue può elevare ed edificare il suo spirito; è anche un modo per pregare e adorare il Signore (1 Corinzi 14:4). Il dono dell'interpretazione delle lingue è simile al dono della profezia: il dono delle lingue viene interpretato e il messaggio viene reso comprensibile agli uditori.

    Il più grande di questi doni

    Quando parla dei doni dello Spirito a disposizione dei credenti, Paolo sottolinea continuamente l'importanza dell'amore. Alla fine di 1 Corinzi 12, dopo aver delineato i doni dello Spirito e la loro corretta pratica per l'edificazione del corpo dei credenti, dice: "Vi mostrerò una via, che è la via per eccellenza" (1 Corinzi 12:31). Paolo prosegue affermando che i doni spirituali senza l'amore non hanno valore. "Se avessi il dono di profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza e avessi tutta la fede in modo da spostare i monti, ma non avessi amore, non sarei nulla" (1 Corinzi 13:1-2).

    L'amore è supremo, poiché "la più grande di esse è l'amore" (1 Corinzi 13:13). "Tutto ciò che fate, fatelo con amore" (1 Corinzi 16:14).

    Pubblicato originariamente sull’Ancora in inglese l’11 settembre 2025.

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L’Angolo dei Direttori

Studi biblici e articoli che edificano la fede

  • 1 Corinzi: capitolo 12 (versetti 1-11)

    [1 Corinthians: Chapter 12 (verses 1–11)]

    Ora, fratelli, non voglio che siate nell’ignoranza riguardo ai doni spirituali (1 Corinzi 12:1).

    Paolo inizia questo capitolo della sua epistola ai Corinzi con le parole ora e riguardo a, indicando che ora sta tornando alle domande e alle questioni che erano state sollevate dai credenti di Corinto nella lettera che gli avevano scritto. Introduce le sue istruzioni su questo argomento affermando che non vuole che essi siano ignoranti o disinformati riguardo ai doni spirituali. Chiamandoli fratelli, Paolo crea un’atmosfera familiare.

    Voi sapete che quando eravate pagani eravate trascinati dietro agli idoli muti, secondo come vi si conduceva. Perciò vi faccio sapere che nessuno, parlando per lo Spirito di Dio, dice: «Gesù è anatema!» e nessuno può dire: «Gesù è il Signore!» se non per lo Spirito Santo. (1 Corinzi 12:2-3).

    In questi due versetti Paolo mostra la differenza tra i tempi in cui i Corinzi erano pagani (o gentili), fuorviati ad adorare idoli muti, e la loro esperienza cristiana di parlare per mezzo dello Spirito di Dio. Alcuni interpreti ritengono che Paolo stesse contrapponendo il fatto che i pagani erano guidati dagli idoli, mentre i cristiani sono guidati dallo Spirito Santo. Altri propongono che Paolo stesse contrapponendo le esperienze di linguaggio mistico che si verificavano nelle religioni pagane all’opera soprannaturale dello Spirito Santo nella Chiesa (specialmente per quanto riguarda il parlare in lingue e la profezia).

    A causa del loro passato nei servizi di culto pagani, alcuni Corinzi forse avevano dei dubbi su questi doni. Paolo assicura loro che le parole delle persone ripiene dello Spirito confesseranno che Gesù è il Signore (1 Corinzi 12:3).

    Ora vi è diversità di doni, ma vi è un medesimo Spirito. Vi è diversità di ministeri, ma non vi è che un medesimo Signore. Vi è varietà di operazioni, ma non vi è che un medesimo Dio, il quale opera tutte le cose in tutti (1 Corinzi 12:4-6).

    In questi versetti, Paolo fa riferimento a tutte e tre le persone della Trinità: lo Spirito, il Signore e Dio. Sta per dare ai credenti di Corinto informazioni sui doni concessi a ogni credente e, nel farlo, chiarisce che la loro fonte è lo stesso Dio trino, che opera tutte le cose in tutti.

    Paolo inizia questo passo dicendo che vi è diversità di doni, ma un medesimo Spirito, e che ognuno di essi ha uno scopo diverso nella chiesa. Il punto principale di Paolo è che c’è un solo Spirito Santo, che risiede in ogni persona che crede in Cristo. Lo Spirito non viene dato ad alcuni credenti sì e ad altri no (Romani 8:9). I credenti sono tutti salvati e lo Spirito di Dio abita in loro. Anche se ci sono diversi doni spirituali, essi provengono tutti dallo Spirito Santo.

    Paolo aggiunge poi che vi è diversità di ministeri, ma non vi è che un medesimo Signore. Il termine greco tradotto con “ministeri” è talvolta reso come “servizi” (BdG). Paolo sottolinea che è lo stesso Signore a operare nella diversità dei servizi, dei ministeri o delle attività dei credenti. Vuole far comprendere alla chiesa di Corinto che la varietà dei doni e dei ministeri che Dio ha dato loro serve a produrre unità.

    Ora a ciascuno è data la manifestazione dello Spirito per il bene comune (1 Corinzi 12:7).

    Paolo affronta poi i temi dell’unità, della diversità e della distribuzione, affermando innanzitutto che Dio dà una manifestazione dello Spirito a ogni credente. I credenti infusi dallo Spirito Santo in genere avranno qualche manifestazione della presenza dello Spirito nella loro vita. Paolo sottolinea l’unità affermando che la manifestazione dello Spirito in ogni credente è per il bene comune. Come ha scritto un commentatore, “i doni spirituali vengono sempre dati per essere usati, e per essere usati in modo tale da edificare l’intero corpo dei credenti, non qualche singolo possessore di un dono”.1

    Tutti i doni spirituali dello Spirito servono ad aiutare gli altri nel corpo di Cristo. Nessuno dei doni spirituali è dato solo per arricchire o servire quelli che ne sono dotati.

    Infatti a uno è data, mediante lo Spirito, parola di sapienza; a un altro parola di conoscenza, secondo il medesimo Spirito; a un altro, fede, mediante il medesimo Spirito; a un altro, doni di guarigione, per mezzo del medesimo Spirito; a un altro, potenza di operare miracoli; a un altro, profezia; a un altro, il discernimento degli spiriti; a un altro, diversità di lingue e a un altro, l’interpretazione delle lingue (1 Corinzi 12:8-10).

    Poi Paolo elenca alcune manifestazioni dei doni dello Spirito nella vita dei cristiani. Così facendo, ha menzionato lo Spirito quattro volte in questi versetti, per ricordare ai Corinzi che questi doni provengono da una fonte divina: lo Spirito Santo.

    Il confronto con altri elenchi di manifestazioni dello Spirito presenti nel Nuovo Testamento mostra che questo elenco è solo un campione dei doni dello Spirito, che probabilmente corrisponde ai doni che Paolo sapeva essere manifestati nella chiesa di Corinto. Ad esempio, l’elenco di Romani 12:6-8 include altri doni, come il servizio, l’insegnamento, l’esortazione (o incoraggiamento), il dare (generosità) e l’amministrazione (o governo). In Efesini 4:11-12, leggiamo di altri tipi di doni dati “per il perfezionamento dei santi in vista dell’opera del ministero e dell’edificazione del corpo di Cristo”, cose che includono il compito di evangelizzatore e di pastore d’anime.

    Nella sua lettera ai Corinzi, Paolo elenca brevemente nove manifestazioni dei doni spirituali. In alcuni casi i dettagli sul modo in cui questi doni si manifestano sono scarsi e gli studiosi della Bibbia nel corso della storia ne hanno offerto diverse interpretazioni. Nel caso di tre di questi doni (parola di sapienza, parola di conoscenza e il discernimento degli spiriti), si tratta delle uniche menzioni di questi doni nel Nuovo Testamento.

    Di seguito viene riportato un breve riassunto di ciascuno di questi doni. (Per maggiori dettagli su ciascuno di essi, vedi la serie “I doni dello Spirito”, parte 1 e parte 2).

    1. Sapienza. Alcuni Corinzi esaltavano la sapienza del tempo, ma nei suoi insegnamenti Paolo rifiutava la sapienza del mondo e proclamava che la vera sapienza si trova nell’opera salvifica di Cristo (1 Corinzi 2:1-5). Tale sapienza aiuta i credenti ad applicare le verità bibliche alla loro vita quotidiana, fornendo loro guida e consigli.
    2. Conoscenza. Esistono diverse interpretazioni su cosa si riferisca la parola (o messaggio) della conoscenza. Gli studiosi biblici suggeriscono che, analogamente al precedente dono della sapienza, questo si riferisce probabilmente alla conoscenza degli scopi salvifici di Dio in Gesù e nel Vangelo. Alcuni studiosi hanno suggerito che, poiché Paolo a volte associa la conoscenza ai misteri, alle rivelazioni e alla profezia (1 Corinzi 13:2; 14:6), si stia riferendo alla conoscenza e alla comprensione soprannaturale di verità e misteri spirituali.
    3. Fede. Il dono della fede non si riferisce alla fede in Gesù che tutti i cristiani hanno e che porta alla salvezza di una persona. È più probabile che si riferisca al tipo di fede che Gesù descrive piccola “quanto un granello di senape” che può “spostare i monti “ (Matteo 17:20). Il dono della fede può essere inteso come la forte convinzione che Dio si muoverà in un certo modo in una circostanza specifica. o come una speciale dotazione di fede per portare a termine un determinato compito.
    4. Doni di guarigione. Si riferisce alla guarigione soprannaturale dei malati che vediamo nel ministero di Gesù e della chiesa primitiva. La guarigione del corpo fisico era un’anticipazione della resurrezione del corpo negli ultimi giorni (Matteo 8:17). La forma plurale della parola doni può indicare che questa manifestazione dello Spirito assume forme diverse in tempi diversi. Sebbene la guarigione non sia promessa a tutti i credenti in questa vita, i doni di guarigione di Dio sono dati in previsione della redenzione finale del corpo e della guarigione di tutte le nostre malattie (Romani 8:23).
    5. Operare miracoli. Questo termine generale si riferisce probabilmente alla capacità di operare vari tipi di miracoli, tra cui, ma non solo, la guarigione (Ebrei 2:3-4). Un miracolo si riferisce a un evento che implica un intervento divino che trascende le leggi ordinarie della natura. In tutta la Bibbia, Dio ha rivelato sé stesso, il suo carattere e i suoi scopi attraverso i miracoli. Nei quattro Vangeli vediamo che i miracoli hanno avuto un ruolo fondamentale nel ministero di Gesù. La posizione di questo dono, elencato come quinto dei nove doni, suggerisce che non gli si debba dare maggiore enfasi o significato rispetto ad altre opere dello Spirito meno visibili.
    6. Profezia. Il dono della profezia si riferisce alla capacità che lo Spirito conferisce ai credenti di pronunciare parole ispirate che trasmettono il messaggio di Dio agli ascoltatori.2 Nell’Antico Testamento, c’erano profeti che proferivano la parola di Dio sotto sua ispirazione e con un’autorità pari a quella delle Scritture. Nel Nuovo Testamento, il dono della profezia si riferiva più spesso a cristiani che riferivano qualcosa che Dio aveva messo nel loro cuore o portato alla loro mente, e non erano considerati avere pari autorità con le Scritture.3 Paolo incoraggiava la chiesa a giudicare le profezie per valutarle e a accettare ciò che è buono (1 Corinzi 14:29; 1 Tessalonicesi 5:19-21). Il dono della profezia era incoraggiato da Paolo per la sua utilità nell’edificare, incoraggiare e confortare la comunità (1 Corinzi 14:1-3).
    7. Discernimento degli spiriti. A volte, l’Israele dell’Antico Testamento aveva avuto falsi profeti e maestri di cui bisognava discernere la vera natura (Deuteronomio 18:20-22). Lo stesso avvenne all’interno della chiesa fin dagli inizi, come si legge nel Nuovo Testamento. “Però ci furono anche falsi profeti tra il popolo, come ci saranno anche tra di voi falsi dottori che introdurranno occultamente eresie di perdizione, e, rinnegando il Signore che li ha riscattati, si attireranno addosso una rovina immediata” (2 Pietro 2:1). Era un dono prezioso per chi aveva la capacità di distinguere tra lo Spirito di verità e lo spirito di errore (1 Giovanni 4:1-6).
    8. Diversità di lingue. Il dono delle lingue si riferisce al parlare in una lingua sconosciuta a chi parla; fu manifestato per la prima volta dai discepoli il giorno della Pentecoste (Atti 2:4-11). Questo dono è stato piuttosto controverso all’interno della chiesa cristiana nel corso della storia, in particolare per quanto riguarda la questione se le lingue fossero lingue umane parlate da qualcuno che le ignorava o espressioni ignote agli esseri umani. Forse Paolo è stato intenzionalmente ambiguo nel riferirsi a diversità di lingue e ciò ha permesso di caratterizzare come lingue diverse forme di questo dono.
    9. Interpretazione delle lingue. La parola tradotta come interpretazione può essere resa anche come traduzione. La capacità di interpretare le lingue apparentemente differiva a seconda del tipo di lingue pronunciate. Ma anche quando si parlava una lingua umana conosciuta, questo dono andava oltre la normale capacità di tradurre una lingua nota al traduttore e poteva essere inteso come una capacità soprannaturale di tradurre una lingua sconosciuta. In seguito, Paolo diede istruzioni affinché, quando le lingue si manifestavano durante il culto, venissero interpretate, se possibile, in modo che tutti potessero beneficiare di ciò che veniva detto (1 Corinzi 14:2-5).

    Ma tutte queste cose le opera quell’unico e medesimo Spirito, distribuendo i doni a ciascuno in particolare come vuole (1 Corinzi 12:11).

    Dopo aver presentato un breve elenco dei vari doni dello Spirito, Paolo conclude con un commento generale sul fatto che tutti i doni spirituali sono opera di uno stesso Spirito. Questi doni sono importanti per la Chiesa, perché sono conferiti dallo Spirito Santo. Ogni credente nella chiesa riceve doni diversi, non per differenze di titoli personali o di circostanze, ma secondo un solo criterio: “come lo Spirito vuole”.

    (Continua.)


    Nota

    Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Riveduta, Copyright © 2006 Società Biblica di Ginevra. Tutti i diritti riservati.


    1 Leon Morris, 1 Corinthians: An Introduction and Commentary, vol. 7, Tyndale New Testament Commentaries (InterVarsity Press, 1985), 167.

    2 Morris, 1 Corinthians, 169.

    3 Wayne Grudem, Systematic Theology: An Introduction to Bible Doctrine (Zondervan, 1994), 1052–1055.


    PubblicatoPubblicato originariamente in inglese il 1° luglio 2025.

  • Set 23 1 Corinzi: capitolo 11 (versetti 17-34)
  • Ago 26 1 Corinzi: capitolo 11 (versetti 2-16)
  • Lug 29 1 Corinzi: capitolo 10 (versetti 16-33)
  • Lug 22 1 Corinzi: capitolo 10 (versetti 1-15)
  • Lug 8 1 Corinzi: capitolo 9 (versetti 18-27)
  • Giu 24 1 Corinzi: capitolo 9 (versetti 1-17)
  • Giu 10 1 Corinzi: capitolo 8 (versetti 1-13)
  • Giu 3 1 Corinzi: capitolo 7 (versetti 17-40)
  • Mag 27 1 Corinzi: capitolo 7 (versetti 1-16)
   

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