L’Ancora

Devozioni in formato semplice

  • Sei solo, questo Natale?

    Compilazione

    [Are You Lonely This Christmas?]

    Nel corso degli anni il Natale ha preso significati diversi per me. Quando ero bambina, voleva dire una vacanza speciale in famiglia, leggere la storia di Natale al catechismo, tornare a casa in mezzo alla neve e un libro nuovo da leggere.

    Dopo aver accolto Gesù come mio Salvatore, Natale ha acquistato un altro significato: dare agli altri il messaggio della sua nascita e della «buona volontà verso gli uomini».

    Più tardi, dopo essermi sposata e aver avuto dei figli, ha significato iniziare nuove tradizioni familiari che includevano decorazioni, fare regali, preparare pranzi di Natale in un’atmosfera casalinga movimentata e confortevole.

    Tutti i natali del passato mi riportano alla mente dei bei ricordi. Come disse appropriatamente Norman Vincent Peale, ogni volta che ci ripenso una bacchetta magica si agita sul mio mondo e dà a ogni cosa un aspetto più tenero e bello.

    Comunque, quando le mie dinamiche familiari cambiarono con il divorzio e in seguito con la partenza dei miei figli, mi resi conto di cosa vuol dire avere un nido vuoto ed essere soli a Natale. Non fu facile adattarmi.

    Quella mattina del primo Natale da sola nel mio piccolo appartamento, mi svegliai in una casa decorata ma piena di silenzio. Quel giorno sarei andata a trovare mio figlio e la sua famiglia e mi ero alzata per preparare un piatto d’accompagnamento per la cena. Avrei portato a casa loro anche i regali che tenevo sotto il mio albero, per distribuirli là. Per la prima volta non ero io l’anfitriona di una cena di Natale e non ero circondata da figli e nipoti. Dovetti combattere contro la tristezza e il senso di solitudine che cominciava a sopraffarmi.

    I momenti passati insieme quel giorno furono molto belli e mi godetti ogni minuto con mio figlio, mio nipote e la famiglia di mia nuora… fino al momento di ritornare nel mio appartamento vuoto. Tornare a casa in auto da sola mi riempì di tristezza. Appena arrivata piansi alcune lacrime di solitudine.

    Seduta nel mio soggiorno silenzioso, raccolsi dal tavolino un libro dedicato al Natale e ne sfogliai alcune pagine. Cominciai a riflettere su come Gesù aveva lasciato la sua casa in cielo per portare amore e speranza al mondo. Mi resi conto che indubbiamente non ero l’unica persona sola a Natale. Mi asciugai le lacrime, presi in mano il telefono e feci il numero di una signora anziana che avevo conosciuto qualche tempo prima. Parlando con lei, capii che anche lei era a casa da sola ed era molto grata della nostra chiacchierata. Chiamai anche i miei figli con cui quel giorno non avevo ancora parlato, oltre ad alcuni parenti in un altro paese. Scoprii che anche alcuni di loro non avevano avuto un Natale “perfetto”. Dopo aver comunicato con altre persone mi sentii meglio e decisi di ricordarmene per il Natale successivo e tutti i natali seguenti.

    Da allora, ognuno è stato diverso. Un Natale mi sono offerta volontaria per aiutare alcune persone anziane a decorare le loro case o i loro alberi, perché avevano difficoltà a farlo da sole. Ho anche fatto dei biscotti con i miei nipotini e li abbiamo distribuiti ad alcuni vicini che non ricevono molte visite. Telefonate e videochiamate hanno fatto la differenza per persone che vivevano troppo lontano per andarle a trovare, portando sorrisi a me e a loro.

    La vita va avanti e anche tu potresti trovarti da sola a Natale, perché i figli se ne vanno o perché c’è stato un divorzio o la perdita di un familiare. Non è facile abituarsi e a volte si può piangere per la solitudine. Tuttavia, anche se le circostanze possono essere diverse, essere soli a Natale non deve essere un’esperienza negativa. Anche quando siamo da soli, non siamo mai completamente soli, perché Gesù è sempre con noi. E quando facciamo qualcosa per gli altri, ne ricaviamo gioia e soddisfazione. —Lilia Potter

    *

    Essere da soli e sentirsi soli sono due cose diverse. Si può essere da soli senza provare solitudine, e ci si può sentire soli in una stanza piena di persone. La solitudine è dunque uno stato mentale, un’emozione provocata dal senso di separazione da altri esseri umani.

    Nessuno ha sofferto la solitudine più intensamente di Davide. […] Il suo stesso figlio si sollevò contro di lui, gli uomini di Israele gli davano la caccia, e fu costretto a fuggire dalla città, a lasciare la sua casa e la sua famiglia. Solo ed afflitto (Salmi 25:16), la sua unica risorsa fu quella di rivolgersi a Dio ed implorare la Sua misericordia e il Suo intervento (Salmi 25:16–21), in quanto la sua unica speranza era riposta in Dio. […]

    Qualunque sia la causa della solitudine, per il cristiano la cura è sempre la stessa, ovvero la comunione consolatrice di Cristo. Tale relazione d’amore con il nostro Maestro ha rassicurato ed incoraggiato svariate migliaia di persone, che soffrono nelle prigioni e vengono persino condannate a morte nel Suo nome. Egli è l’amico che "è più affezionato di un fratello" (Proverbi 18:24), che dà la propria vita per i Suoi amici (Giovanni 15:13-15), e che ha promesso di non lasciarci o abbandonarci mai, ma al contrario di essere con noi fino alla fine dell’età presente (Matteo 28:20). —GotQuestions.org1

    *

    Avevo cercato di non pensare al Natale, paventando quel giorno, sperando inutilmente che nella mia vita entrasse un angelo a sistemare ogni cosa. Avevo cercato perfino di fingere che fosse un giorno normale, niente di speciale, nella speranza che la mia solitudine svanisse, ma non potevo evitarlo: il Natale era dappertutto e io ero sola. Nessuno a cui parlare, nessuno con cui ridere, nessuno che mi augurasse Buon Natale. A ogni minuto che passava mi sentivo più depressa e quella era la cosa che temevo di più!

    Per tirarmi su, cercai di tenere la mente occupata con dei ricordi felici. Mi venne in mente il mio insegnante di catechismo. Era una persona alla mano, cordiale, che passava molto tempo con noi ragazzi e sapeva rendere divertenti le cose. Diceva che Gesù era la gioia della sua vita. Mi tornarono in mente le sue parole mentre ripensavo a quei giorni della mia infanzia: «Porta Gesù con te».

    Funzionerà? Ci pensai sopra un attimo. Ero da sola, nessuno avrebbe notato la differenza, così decisi immediatamente di prendere Gesù come amico per quella giornata.

    Facemmo tutto insieme: bevemmo cioccolata calda davanti al caminetto, camminammo insieme per le strade, parlammo di com’era bello il mondo attorno a noi, ridemmo e facemmo cenni di saluto ai passanti. Riuscivo quasi a sentire il suo braccio attorno a me dovunque andavamo e a sentire la sua voce che mi parlava. Con sussurri impercettibili all’orecchio, mi disse che mi voleva bene – sì, proprio a me – e che sarebbe sempre stato mio amico. Capii che non sarei più stata sola.

    Quella sera di Natale, quando andai a letto, mi sentivo così felice, così tranquilla, così soddisfatta. Sembrava una cosa strana, ma in realtà non lo era. Avevo passato la giornata con Gesù e speravo proprio che altri avessero passato un Natale felice come il mio. —Vivian Peterson

    *

    «Siate certi di questo: Io sarò sempre con voi, fino alla fine del mondo». —Gesù, in Matteo 28:20

    *

    Come mai ci impegniamo così tanto per creare bei ricordi delle feste, solo per sentirci dei falliti? […] Dovrebbe essere il periodo più bello dell’anno. Quindi, come possiamo liberarci di un malumore alla Grinch e di una tristezza alla Charlie Brown per ritrovare la gioia del Natale?

    Mi incoraggia la storia dei Re Magi conservata per noi nelle Scritture. Seguendo per centinaia di chilometri una stella splendente, alla ricerca di Gesù, si fermarono al palazzo di re Erode a Gerusalemme.

    Ma re Erode dovette dire loro che Gesù non era lì, ma a Betlemme.

    «Essi dunque, udito il re, partirono; e la stella, che avevano vista in Oriente, andava davanti a loro finché, giunta al luogo dov’era il bambino, vi si fermò sopra. Quando videro la stella, si rallegrarono di grandissima gioia» (Matteo 2:9-10).

    Si riempirono di gioia.

    Questa espressione mi fa riflettere. Quando i Magi videro la stella, la Bibbia CEI dice che «provarono una grandissima gioia» (Matteo 2:10).

    Ecco cosa desidero per noi in questo periodo natalizio: ricalibrare il nostro disorientamento festivo e fissare lo sguardo sulla splendente Luce del mondo. Allora ci rallegreremo con giubilo e grandissima gioia, come fecero i Magi tanto tempo fa.

    Offro questa preghiera per provare la gioia natalizia come un semplice percorso per riportare la nostra attenzione sul Re Gesù. Possa tu trovare le sue parole che ti guideranno sempre alla sua presenza:

    Signore, quanto sei creativo nell’usare perfino le stelle in cielo per portare le persone alla tua presenza! Avvicinaci a Te in questo periodo natalizio. Trasforma le nostre delusioni in motivi di preghiera e le nostre feste in occasioni di adorazione.

    Solo Tu porti vera gioia al mondo, quindi aiutaci a rallentare, a calmare i nostri cuori e a fissare i nostri occhi su di Te, Gesù, la Luce che brilla più di qualsiasi stella. Come i Magi furono si riempirono di una grandissima gioia, riempici fino a traboccare della meraviglia della Tua nascita, Gesù.

    Rimetti una scintilla nei nostri occhi e restituisci la gioia della salvezza ai nostri cuori mentre Ti cerchiamo, oggi e ogni giorno. Nel nome di Gesù, Amen.Asheritah Ciuciu2

    Pubblicato originariamente sull’Ancora in inglese il 16 dicembre 2025.


    1 “Che cosa dice la Bibbia sulla solitudine?” GotQuestions.org, https://www.gotquestions.org/Italiano/solitudine.html

    2 Asheritah Ciuciu, “A Prayer for Christmas Joy”, Proverbs31.org, 2 dicembre 2024, https://proverbs31.org/read/devotions/full-post/2024/12/02/a-prayer-for-christmas-joy

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L’Angolo dei Direttori

Studi biblici e articoli che edificano la fede

  • La vita di un discepolo, parte 3: dimorare in Cristo

    [The Life of Discipleship, Part 3: Abiding in Christ]

    Dimorare in Cristo è un aspetto importante del nostro discepolato, che comprende amare Dio con tutto il nostro essere, studiare la sua Parola e vivere in essa, uniformare la nostra vita ai suoi principi e seguire gli insegnamenti e l’esempio di Gesù.

    Nel suo discorso di addio, la notte prima della sua morte, Gesù parlò ai suoi discepoli della necessità di dimorare in Lui e delle benedizioni e dei benefici che ne derivano. Espresse l’importanza di mantenere uno stretto legame con Lui, sottolineando che così facendo si porta frutto. I discepoli sono destinati a portare frutto e, quando lo fanno, rendono gloria a Dio, come spiega Gesù in Giovanni 15:

    Dimorate in me, e io dimorerò in voi. Come il tralcio non può da sé dare frutto se non rimane nella vite, così neppure voi se non dimorate in me. Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me, e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete fare nulla. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto, così sarete miei discepoli (Giovanni 15:4-5; Giovanni 15:8).

    Gesù prosegue sottolineando il legame tra l’amare Lui e osservare i suoi comandamenti e le benedizioni e la gioia che derivano dal dimorare in Lui.

    Come il Padre mi ha amato, così anch’io ho amato voi; dimorate nel mio amore. Se osservate i miei comandamenti, dimorerete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e dimoro nel suo amore. Vi ho detto queste cose, affinché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia completa (Giovanni 15:9-11).

    Se uno mi ama, osserverà la mia parola; e il Padre mio lo amerà, e noi verremo da lui e dimoreremo presso di lui (Giovanni 14:23).

    Gesù fece una netta connessione tra il nostro amore per Lui e l’obbedienza ai suoi insegnamenti dicendo: “Se mi amate, osserverete i miei comandamenti” (Giovanni 14:15). La parola greca tradotta con “osservare” in questo passo significa prestare attenzione, rispettare. In altre parole, se amiamo Gesù, osserviamo, rispettiamo e seguiamo ciò che ha insegnato e ne applichiamo i principi alla nostra vita. Il nostro amore per Gesù si manifesta osservando le sue parole, mettendole in pratica e modellando la nostra vita sui suoi principi.

    Nel Vangelo di Giovanni leggiamo che l’osservanza delle parole di Gesù è un fattore determinante del discepolato, poiché Gesù dice: “Se perseverate nella mia parola, siete veramente miei discepoli” (Giovanni 8:31). Naturalmente, può essere molto più facile a dirsi che a farsi, quando si tratta di alcuni detti “duri” di Gesù, come “hi non porta la sua croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo” (Luca 14:27), seguito pochi versetti dopo da “Ognuno di voi, che non rinuncia a tutto quello che ha, non può essere mio discepolo” (Luca 14:33).

    In questi versetti, Gesù espone il principio spirituale secondo cui ascoltare la chiamata di Dio, seguirlo ed eseguire i suoi ordini è di primaria importanza. Gesù ci chiede di dedicargli tutta la nostra vita, di confidare solo in Lui per la nostra salvezza e di seguirlo come suoi discepoli. Quando Gesù dice “Seguimi”, il percorso che ti chiede di seguire è il tuo percorso di discepolato. È un percorso individuale e ogni seguace di Gesù ha un percorso distinto. Il principio è che il discepolo appartiene a Dio, che la sua fedeltà primaria va a Dio e che ama e segue Dio con tutto il cuore, l’anima e la mente.

    Il Signore non chiama tutti alle stesse forme di servizio, alle stesse manifestazioni di discepolato, né chiede gli stessi impegni o sacrifici a tutti i suoi figli. Nel corso della storia, ci sono stati molti esempi di persone che hanno compiuto grandi opere per il Signore in circostanze diverse: campi di missione all’estero, governo, affari, ricchezza, alcuni da malati, in povertà e in condizioni fisiche terribili, alcuni davanti a un’aula di studenti, alcuni famosi in tutto il mondo, oltre a molti eroi anonimi. Il filo conduttore di ogni testimonianza di impegno cristiano e discepolato che ci ispira e ci motiva è l’amore che ognuno di loro aveva per Gesù e la loro fedeltà alla vocazione cui il Signore li aveva chiamati.

    In qualsiasi modo il Signore chiami ciascuno di noi a seguirlo e servirlo, il principio del dimorare in Gesù si riferisce al continuo mantenimento di una relazione duratura con Gesù. Gesù chiese ai suoi discepoli di dimorare in Lui, di far dimorare le sue parole in loro e di obbedire ai suoi insegnamenti. Così facendo, dimoreremo nel suo amore, porteremo frutto e avremo la sua gioia costante come suoi discepoli.

    Più di una pausa caffè

    Gesù ha detto che dobbiamo dimorare in Lui, perché senza di Lui non possiamo fare nulla (Giovanni 15:4-5). Molti di noi sono disposti a fare una “pausa caffè” con Gesù, ma “dimorare” significa molto di più di una breve visita. Nell’originale greco, “dimorare” vuol dire vivere continuamente, continuare a stare con Lui. […] Quando ti soffermi alla sua presenza, Dio rivela più profondamente i suoi pensieri. Ti concede una maggiore rivelazione di sé, dei suoi piani e dei suoi scopi per la tua vita. […]

    Metterci a disposizione di Dio deve essere la priorità principale della nostra vita. Quando eliminiamo le distrazioni, che possono andare dal nostro lavoro al riempire il tempo di cose futili (come passare ore davanti al televisore), Lui aumenta la nostra potenza spirituale. Quando cammini davanti al Signore, Lui ti rende spiritualmente robusto. Come scrisse Isaia: “Quelli che sperano nel Signore acquistano nuove forze, si alzano a volo come aquile, corrono e non si stancano, camminano e non si affaticano” (Isaia 40:31). —K. A. Paul1

    Collegarsi

    J. C. Ryle descrive il dimorare in Cristo come “un’abitudine di costante e stretta comunione con Lui”. Proprio come i tralci innestati devono essere sigillati artificialmente alla radice con del nastro adesivo finché le cellule non si fondono e si attaccano alla vite, queste abitudini possono sembrare artificiali all’inizio.

    Tuttavia, se ci concentriamo sullo scopo di queste abitudini (dimorare  e rimanere in Cristo come fonte di vita) e non sulle abitudini stesse, queste possono aiutarci a sviluppare un legame con Cristo che dura tutta la vita e con il tempo diventa più naturale.

    Queste abitudini includono

    • Collegarsi a Dio ascoltandolo attraverso la sua Parola.
    • Comunicare con Dio rispondendo alla sua Parola attraverso la preghiera.
    • Ripassare la verità evangelica che ci ricorda il suo grande amore per noi.
    • Sviluppare momento per momento la consapevolezza del nostro bisogno di Lui in ogni situazione.
    • Confidare in Lui quando siamo tentati di trovare da soli le soluzioni ai nostri problemi.
    • Sottometterci a Lui in obbedienza — sia astenendoci dal peccato che perseguendo la rettitudine — quando la sua strada sembra diversa dalla nostra.
    • Perseverare unitamente alla compagnia dei santi, con gli occhi fissi sul nostro Salvatore mentre corriamo la gara (Ebrei 12:1-2). —Vera Christian2

    Dimorare nella sua Parola

    Una componente importante del dimorare in Gesù è leggere, studiare, meditare e memorizzare la sua Parola. Dio si è rivelato a noi attraverso la Bibbia. È nelle pagine della Bibbia che impariamo a conoscere Dio, il suo amore per l’umanità e il suo piano per la salvezza. Dio ci parla del suo amore per noi e di come noi, esseri imperfetti e finiti, possiamo mantenere un rapporto con Lui. Nella Bibbia ascoltiamo gli insegnamenti di Gesù, vediamo l’esempio del suo amore e siamo invitati a rinascere e a diventare figli di Dio, grazie al suo sacrificio per noi.

    Più dimoriamo nella sua Parola e lasciamo che la sua Parola dimori in noi, più impariamo e più aumenta in noi la comprensione di come condurre la nostra vita in linea con la sua volontà e in modo da riflettere Lui e il suo amore. Il tempo che dedichiamo ogni giorno alla lettura della Bibbia e di altre risorse devozionali ci permette di lasciarlo parlare attraverso ciò che leggiamo, di ricevere la sua istruzione e guida e il suo aiuto nei problemi e nelle difficoltà della vita. La sua Parola ci ricorda il codice morale che dobbiamo seguire e ci fornisce una guida quando dobbiamo prendere delle decisioni.

    Dimorando nella sua Parola, diventiamo più consapevoli del valore che Lui attribuisce a ogni individuo e dell’amore e della compassione che prova per ogni essere umano. Assorbendo la verità contenuta in queste pagine e applicandola alla nostra vita quotidiana, ancoriamo la nostra vita a Lui. Diventiamo come il saggio che costruì la sua casa sulla roccia nella parabola raccontata da Gesù. La pioggia scese, i venti soffiarono e batterono contro quella casa, ma la sua casa non cadde, perché aveva le fondamenta sulla roccia. Gesù riassunse il suo punto di vista in questa parabola dicendo: “Chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia” (Matteo 7:24-27).

    Dedicare del tempo ogni giorno alla lettura di ciò che Dio ci ha detto nella sua Parola ci permette di orientarci nel vortice di informazioni e dati da cui siamo sommersi ogni giorno. Migliora la nostra capacità spirituale di discernere la verità e la falsità. Rende più facile mantenere il nostro cuore incentrato sulle cose che sono importanti per vivere seguendo la volontà di Dio. Ci aiuta a sopravvivere e a superare tutto ciò che la vita ci porta.

    Trovare il tempo per leggere e studiare la Parola di Dio ogni giorno non è un compito facile, richiede autodisciplina. Ma dedicare regolarmente del tempo alla lettura delle Scritture e alla comunione con Dio ci rafforza spiritualmente e ci rende cristiani più forti, fondati sulla verità e sull’amore di Dio. Gesù disse: “Le parole che vi ho detto sono spirito e vita” (Giovanni 6:63). Il legame con Dio che creiamo leggendo la sua Parola ci aiuta a essere guidati dallo Spirito nelle nostre interazioni con gli altri, nelle nostre decisioni e nella nostra capacità di rimanere forti di fronte alle tentazioni quotidiane.

    Se vogliamo rimanere in Cristo, dobbiamo dedicare del tempo a Lui e alla sua Parola. È attraverso l’assorbimento regolare e profondo dell’acqua della sua Parola nel nostro cuore che veniamo gradualmente rinnovati e trasformati per diventare più simili a Lui. È attraverso l’applicazione di ciò che leggiamo e meditiamo che abbiamo la grazia di allineare la nostra vita alla sua volontà. La sua Parola, infatti, è “lampada ai nostri piedi e luce sul nostro sentiero” (Salmi 119:105).

     

    Imparare a dimorare

    Solo in Giovanni 15:10 riusciamo ad avere un’idea di cosa significhi dimorare in Gesù. “Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore”. Dimorare in Gesù significa osservare i suoi comandamenti; osservare i suoi comandamenti significa amare Dio con tutto il cuore, l’anima e la mente e amare il prossimo come noi stessi (Matteo 22:37-39). Uno dei modi per dimostrare il nostro amore per Dio è attraverso la fiducia, la preghiera e la devozione a Lui. Manteniamo il rapporto con Lui. Persistiamo nell’amore. Preghiamo con amore. Obbediamo per amore.

    Ed ecco la buona notizia: amiamo Gesù perché Lui ci ha amati per primo (1 Giovanni 4:19). Non siamo stati noi a scegliere Lui, ma è Lui che ha scelto noi e ci ha scelto perché realizzassimo la nostra fede obbedendo a Lui (Giovanni 15:16). Senza Cristo, non possiamo fare nulla (Giovanni 15:5). È una buona notizia anche per la persona stanca che pensa di dover trovare le forze per seguire e conoscere Cristo (e per amare il prossimo: frutto che Gesù sottolinea). Lui ci fornisce la grazia e la forza. […]

    Gesù ci ricorda che non c’è amore più grande di quello di dare la vita per i propri amici. Poi dice: “Voi siete miei amici se fate quello che vi comando” (Giovanni 15:13-14).

    Gesù ci dice che siamo suoi amici (prenditi un momento per assorbire l’idea) se obbediamo al suo ordine di amare e questo comandamento si realizza quando dimoriamo in Lui. […] E l’offerta di essere amico di Gesù — l’autore e il perfezionatore della nostra fede, l’Alfa e l’Omega, il più Bello, quello che ha portato i nostri peccati e le nostre trasgressioni — è irresistibile per il cristiano.

    Rimanete in Lui ed Egli rimarrà in voi. Colui che ha iniziato in voi un’opera buona la porterà a compimento (Filippesi 1:6). Colui che vi ha chiamati è fedele; lo farà sicuramente (1 Tessalonicesi 5:24). —Trillia Newbell3

    Il principio “rimanete in Me e Io in voi” è il fondamento del nostro rapporto con Dio e del nostro cammino con Cristo e si collega al principio di amarlo con tutto il cuore, l’anima e la mente. Se si ama qualcuno, si vuole passare del tempo con lui. I discepoli sono chiamati a camminare come Gesù. Leggiamo nella prima epistola di Giovanni: “Chi dice di rimanere in lui, deve camminare come lui ha camminato” (1 Giovanni 2:6). Lo facciamo cercando di seguire l’esempio di Gesù, studiando e applicando alla nostra vita i principi delle sue parole e delle sue azioni.

    Gesù ci ha dato l’esempio perché è diventato uomo e ha vissuto la vita di un essere umano, e lo ha fatto con perfezione, senza peccato. Nel libro dei Filippesi leggiamo che “Egli, pur essendo di natura divina, assunse l’aspetto di un servo, divenendo simile agli uomini” (Filippesi 2:6-7). La sua vita terrena è stata l’immagine e l’esempio stesso di Dio che vive una vita umana e a cui “piacque di far abitare in lui tutta la pienezza divina” (Colossesi 1:19). Quale migliore esempio per modellare la nostra vita, quale modello più grande potrebbe esserci, quali principi guida più eccellenti potrebbero esistere se non la vita di Gesù e i suoi insegnamenti!

    Pensieri su cui meditare

    L’espressione dimorare in Cristo rappresenta una relazione intima e personale, non una semplice conoscenza superficiale. In Giovanni 15:4–7, Gesù dice ai suoi discepoli che trarre vita da Lui è essenziale e usa l’esempio dei tralci uniti alla vite. Senza quell’unione vitale con Cristo offerta dalla salvezza non possono esserci vita e produttività. —Got Questions4

    Per essere un sano discepolo di Gesù, nutrirsi della Parola di Dio deve essere la priorità. Gesù l’ha chiamata “dimorare”. […] Nessun’altra abitudine può trasformare la vostra vita e rendervi più simili a Gesù quanto la riflessione quotidiana sulle Scritture. Quando ci prendiamo il tempo di contemplare la verità di Dio, riflettendo seriamente sull’esempio di Cristo, “siamo trasformati nella sua stessa immagine, di gloria in gloria”. Rick Warren

    Dimorare in [Cristo] significa ricevere, credere e confidare nelle parole di Gesù. Significa ricevere l’amore di Gesù per il Padre e per il suo popolo e la gioia che Gesù ha nel Padre e in noi”. —John Piper

    Cosa dice la Bibbia

    “Abbiamo conosciuto e creduto all’amore che Dio ha per noi. Dio è amore e chi rimane nell’amore rimane in Dio e Dio rimane in lui” (1 Giovanni 4:16).

    “Chi osserva la sua parola, in lui l’amore di Dio è veramente completo. Da questo conosciamo che siamo in lui: chi dice di rimanere in lui, deve camminare come egli camminò” (1 Giovanni 2:5-6).

    “Cercate le cose di lassù, dove Cristo è seduto alla destra di Dio. Aspirate alle cose di lassù, non a quelle che sono sulla terra; poiché voi moriste e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio” (Colossesi 3:1-3).

    Una preghiera per rimanere in Lui

    Grazie, Gesù, che Tu sei la Vite e io sono un tralcio. Aiutami ogni giorno a rimanere in Te e ad essere fecondo in tutto ciò che dico e faccio. So che senza di Te non posso fare nulla, ma so anche che riposando in Te posso portare il frutto che è gradito al Padre. Voglio dimorare in Te, riposare in Te e rimanere in Te. Amen.5


    1 K. A. Paul, Left for Dead (Encourager Media, 1997).

    2 Vera Christian, “How to Abide in Christ”, https://www.verachristian.com/connecting-the-dots/how-to-abide.

    3 Trillia Newbell, “Learning to Abide in Christ”, Desiring God, 10 giugno 2014, https://www.desiringgod.org/articles/learning-to-abide-in-christ

    4 Cosa significa dimorare in Cristo?GotQuestions.org/Italiano, https://www.gotquestions.org/Italiano/dimorare-Cristo.html.

    5 “Prayers on Abiding in Jesus,” Knowing Jesus, https://prayer.knowing-https://www.gotquestions.org/abide-in-Christ.htmljesus.com/Prayers-on-Abiding-in-Christ#.


    Pubblicato originariamente in inglese il 16 settembre 2025.

  • Dic 2 1 Corinzi: capitolo 13 (versetti 1-13)
  • Nov 18 La vita di un discepolo, parte 2: amare Dio con tutto il nostro essere
  • Nov 4 1 Corinzi: capitolo 12 (versetti 12-30)
  • Ott 21 La vita di un discepolo: introduzione
  • Ott 7 1 Corinzi: capitolo 12 (versetti 1-11)
  • Set 23 1 Corinzi: capitolo 11 (versetti 17-34)
  • Ago 26 1 Corinzi: capitolo 11 (versetti 2-16)
  • Lug 29 1 Corinzi: capitolo 10 (versetti 16-33)
  • Lug 22 1 Corinzi: capitolo 10 (versetti 1-15)
   

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