L’Ancora

Devozioni in formato semplice

  • Emmanuele, Dio con noi

    Peter Amsterdam

    [Immanuel: God with Us]

    Il Natale rappresenta uno degli eventi più importanti nella storia dell’umanità – quando Dio entrò fisicamente nel mondo con la forma di suo Figlio Gesù. Nel raccontare la storia di questo ingresso di Dio, il Vangelo di Matteo dice che gli avvenimenti che portarono alla nascita di Gesù«avvennero, affinché si adempisse quello che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: “La vergine sarà incinta e partorirà un figlio, al quale sarà posto nome Emmanuele”, che tradotto vuol dire: “Dio con noi”» (Matteo 1:22-23).

    Nell’Antico Testamento leggiamo della presenza di Dio in mezzo al suo popolo. Lo vediamo nella storia del Giardino dell’Eden, dove Dio conversava con Adamo alla brezza della sera (Genesi 3:8); nella colonna di nuvole e di fuoco che guidò Mosè e i figli d’Israele dall’Egitto alla Terra Promessa (Esodo 13:21-22); nell’Arca del Patto nel Luogo Santissimo (Esodo 25:22). Dio inoltre rassicurò il suo popolo che sarebbe stato con loro quando fossero entrati in battaglia (Deuteronomio 31:6; Giosuè 1:9), così come oltre che quando si fossero sentiti intimoriti o avessero dovuto affrontare grandi difficoltà (Isaia 41:10, 43:2).

    Poi, nel Nuovo Testamento, la presenza di Dio acquistò un significato totalmente nuovo nell’incarnazione, con la presenza fisica di Dio avvenuta con la nascita di Gesù. Fu concepito in maniera completamente diversa da qualsiasi altro uomo prima o dopo di Lui nella storia. Sua madre, Maria, era una vergine, fidanzata – ma non ancora sposata – a un falegname ebreo di nome Giuseppe, quando ricevette la visita di un angelo che le annunciò:

    «Ecco, tu concepirai e partorirai un figlio, e gli porrai nome Gesù. Questi sarà grande e sarà chiamato Figlio dell'Altissimo, e il Signore Dio gli darà il trono di Davide, suo padre. Egli regnerà sulla casa di Giacobbe in eterno e il suo regno non avrà mai fine» (Luca 1:31-33).

    Quando Maria chiese come sarebbe potuto avvenire, visto che era vergine, l’angelo le rispose: «Lo Spirito Santo verrà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà dell'ombra sua; perciò, anche colui che nascerà sarà chiamato Santo, Figlio di Dio» (Luca 1:35). Nove mesi dopo nacque quella persona eccezionale e unica che era sia Dio che uomo: Emmanuele, «Dio con noi».

    Alcune delle manifestazioni del «Dio con noi» erano visibili nelle azioni di Gesù, che riflettevano qualità divine, come:

    • La sua compassione nel guarire lebbrosi, ciechi, sordi, epilettici e persone affette da febbri e altre malattie. «Gesù, smontato dalla barca, vide una gran folla; ne ebbe compassione e ne guarì gli ammalati» (Matteo 14:14). Gesù «andava attorno per tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe e predicando il vangelo del regno, guarendo ogni malattia e ogni infermità tra il popolo» (Matteo 4:23).
    • La cura e la provvidenza per l’umanità in generale e la preoccupazione per i poveri e gli affamati, manifestata nell’aver sfamato folle di cinquemila e di quattromila persone. «Vedendo le folle, ne ebbe compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore» (Matteo 9:36). «Gesù, chiamati a sé i suoi discepoli, disse: «Io ho pietà di questa folla, perché già da tre giorni sta con me e non ha da mangiare; non voglio rimandarli digiuni, affinché non vengano meno per strada» (Matteo 15:32-39).
    • Il suo potere sopra la morte – risuscitando l’unico figlio di una vedova (Luca 7:11-16), una ragazzina di dodici anni (Marco 5:22-23, 35-43) e il suo amico Lazzaro (Giovanni 11:1-44). «Gesù le disse: “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà, e chiunque vive e crede in me, non morirà mai”» (Giovanni 11:25-26).
    • La sua misericordia nel concedere il perdono dei peccati. «“Perciò io ti dico: i suoi molti peccati le sono perdonati, perché ha molto amato; ma colui a cui poco è perdonato, poco ama”. Poi disse a lei: “I tuoi peccati sono perdonati”» (Luca 7:44-50).
    • Il suo amore, manifestato nel sottoporsi volontariamente a sofferenze e crocifissione per consentirci di iniziare un rapporto eterno con Dio (Efesini 2:13-19). «Poiché al Padre piacque di far abitare in lui tutta la pienezza e di riconciliare con sé tutte le cose per mezzo di lui, avendo fatto la pace mediante il sangue della sua croce; per mezzo di lui, dico, tanto le cose che sono sulla terra, quanto quelle che sono nei cieli» (Colossesi 1:19-20).

    Con le sue azioni, Gesù ci insegnò la natura di Dio e, con i suoi insegnamenti, ci fece comprendere il carattere di Dio. Lo si vede particolarmente nelle parabole, che raffigurano vari aspetti della natura divina, come: quella di un padre amorevole e clemente nella storia del figlio prodigo (Luca 15:11-32). Vediamo l’esempio di uno che ama e si prende cura dei bisognosi, chiunque essi siano, nel buon Samaritano (Luca 10:25-37).

    Gesù, «Dio con noi», ci ha indicato fino a che punto Dio si spingerà per riconciliare a Sé l’umanità – stabilendo di addossarsi Lui stesso, nella forma del Figlio di Dio, la punizione per i peccati dell’umanità, affinché potessimo vivere con Lui in eterno.

    Vediamo una continuazione di «Dio con noi» quando, dopo la sua morte e la sua risurrezione, Gesù mandò lo Spirito Santo a vivere nei credenti (Giovanni 14:16-17). «E, perché siete figli, Dio ha mandato lo Spirito del Figlio suo nei nostri cuori, che grida: “Abbà, Padre”» (Galati 4:6).

    Il Natale è la celebrazione di «Dio con noi», la nascita del Figlio di Dio incarnato, che visse e morì per permetterci di iniziare un rapporto con Dio e per far vivere in noi lo Spirito Santo. Un ottimo motivo per una festa piena di gioia!

    A Natale e in ogni altro giorno dell’anno, tutti noi siamo in un certo senso un’estensione del «Dio con noi» nella nostra comunità – per i nostri amici e i nostri vicini, per i nostri colleghi e collaboratori, per le persone che ci servono nei negozi e nei ristoranti e per gli estranei che il Signore mette sulla nostra strada.  L’amore che dimostriamo nei rapporti con gli altri, l’aiuto e la disponibilità che offriamo, rispecchiano lo Spirito Santo che dimora in noi.

    Quando tocchiamo la vita degli altri con l’amore di Dio, abbiamo l’opportunità di dare la buona notizia e spiegare che Dio è con noi e può essere anche con loro. Così facendo, ognuno di noi fa la sua parte per spiegare la ragione ultima del Natale. Questo è un momento meraviglioso dell’anno per condividere il Vangelo con gli altri, per far sapere loro che «Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in Lui non perisca, ma abbia vita eterna» (Giovanni 3:16).

    Ognuno di noi è chiamato a fare il possibile per dare la notizia che “Dio è con noi” a tutti quelli che hanno bisogno di Lui. Sia il tuo Natale benedetto oggi e sempre mentre celebriamo la sua presenza e portiamo agli altri la buona notizia del Vangelo.

    Pubblicato originariamente nel dicembre 2015. Adattato e ripubblicato sull’Ancora in inglese il 25 dicembre 2025.

  • Dic 24 Abbiamo bisogno gli uni degli altri
  • Dic 22 La speranza del Natale
  • Dic 20 La creazione dell’uomo come maschio e femmina
  • Dic 19 La gioia del Natale
  • Dic 17 Sei solo, questo Natale?
  • Dic 13 Autentica autenticità
  • Dic 12 Cristo cerca le anime perdute
  • Dic 8 Gli effetti del cristianesimo: ospedali e scuole
  • Dic 6 Decisioni, decisioni
   

L’Angolo dei Direttori

Studi biblici e articoli che edificano la fede

  • La vita di un discepolo, parte 3: dimorare in Cristo

    [The Life of Discipleship, Part 3: Abiding in Christ]

    Dimorare in Cristo è un aspetto importante del nostro discepolato, che comprende amare Dio con tutto il nostro essere, studiare la sua Parola e vivere in essa, uniformare la nostra vita ai suoi principi e seguire gli insegnamenti e l’esempio di Gesù.

    Nel suo discorso di addio, la notte prima della sua morte, Gesù parlò ai suoi discepoli della necessità di dimorare in Lui e delle benedizioni e dei benefici che ne derivano. Espresse l’importanza di mantenere uno stretto legame con Lui, sottolineando che così facendo si porta frutto. I discepoli sono destinati a portare frutto e, quando lo fanno, rendono gloria a Dio, come spiega Gesù in Giovanni 15:

    Dimorate in me, e io dimorerò in voi. Come il tralcio non può da sé dare frutto se non rimane nella vite, così neppure voi se non dimorate in me. Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me, e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete fare nulla. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto, così sarete miei discepoli (Giovanni 15:4-5; Giovanni 15:8).

    Gesù prosegue sottolineando il legame tra l’amare Lui e osservare i suoi comandamenti e le benedizioni e la gioia che derivano dal dimorare in Lui.

    Come il Padre mi ha amato, così anch’io ho amato voi; dimorate nel mio amore. Se osservate i miei comandamenti, dimorerete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e dimoro nel suo amore. Vi ho detto queste cose, affinché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia completa (Giovanni 15:9-11).

    Se uno mi ama, osserverà la mia parola; e il Padre mio lo amerà, e noi verremo da lui e dimoreremo presso di lui (Giovanni 14:23).

    Gesù fece una netta connessione tra il nostro amore per Lui e l’obbedienza ai suoi insegnamenti dicendo: “Se mi amate, osserverete i miei comandamenti” (Giovanni 14:15). La parola greca tradotta con “osservare” in questo passo significa prestare attenzione, rispettare. In altre parole, se amiamo Gesù, osserviamo, rispettiamo e seguiamo ciò che ha insegnato e ne applichiamo i principi alla nostra vita. Il nostro amore per Gesù si manifesta osservando le sue parole, mettendole in pratica e modellando la nostra vita sui suoi principi.

    Nel Vangelo di Giovanni leggiamo che l’osservanza delle parole di Gesù è un fattore determinante del discepolato, poiché Gesù dice: “Se perseverate nella mia parola, siete veramente miei discepoli” (Giovanni 8:31). Naturalmente, può essere molto più facile a dirsi che a farsi, quando si tratta di alcuni detti “duri” di Gesù, come “hi non porta la sua croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo” (Luca 14:27), seguito pochi versetti dopo da “Ognuno di voi, che non rinuncia a tutto quello che ha, non può essere mio discepolo” (Luca 14:33).

    In questi versetti, Gesù espone il principio spirituale secondo cui ascoltare la chiamata di Dio, seguirlo ed eseguire i suoi ordini è di primaria importanza. Gesù ci chiede di dedicargli tutta la nostra vita, di confidare solo in Lui per la nostra salvezza e di seguirlo come suoi discepoli. Quando Gesù dice “Seguimi”, il percorso che ti chiede di seguire è il tuo percorso di discepolato. È un percorso individuale e ogni seguace di Gesù ha un percorso distinto. Il principio è che il discepolo appartiene a Dio, che la sua fedeltà primaria va a Dio e che ama e segue Dio con tutto il cuore, l’anima e la mente.

    Il Signore non chiama tutti alle stesse forme di servizio, alle stesse manifestazioni di discepolato, né chiede gli stessi impegni o sacrifici a tutti i suoi figli. Nel corso della storia, ci sono stati molti esempi di persone che hanno compiuto grandi opere per il Signore in circostanze diverse: campi di missione all’estero, governo, affari, ricchezza, alcuni da malati, in povertà e in condizioni fisiche terribili, alcuni davanti a un’aula di studenti, alcuni famosi in tutto il mondo, oltre a molti eroi anonimi. Il filo conduttore di ogni testimonianza di impegno cristiano e discepolato che ci ispira e ci motiva è l’amore che ognuno di loro aveva per Gesù e la loro fedeltà alla vocazione cui il Signore li aveva chiamati.

    In qualsiasi modo il Signore chiami ciascuno di noi a seguirlo e servirlo, il principio del dimorare in Gesù si riferisce al continuo mantenimento di una relazione duratura con Gesù. Gesù chiese ai suoi discepoli di dimorare in Lui, di far dimorare le sue parole in loro e di obbedire ai suoi insegnamenti. Così facendo, dimoreremo nel suo amore, porteremo frutto e avremo la sua gioia costante come suoi discepoli.

    Più di una pausa caffè

    Gesù ha detto che dobbiamo dimorare in Lui, perché senza di Lui non possiamo fare nulla (Giovanni 15:4-5). Molti di noi sono disposti a fare una “pausa caffè” con Gesù, ma “dimorare” significa molto di più di una breve visita. Nell’originale greco, “dimorare” vuol dire vivere continuamente, continuare a stare con Lui. […] Quando ti soffermi alla sua presenza, Dio rivela più profondamente i suoi pensieri. Ti concede una maggiore rivelazione di sé, dei suoi piani e dei suoi scopi per la tua vita. […]

    Metterci a disposizione di Dio deve essere la priorità principale della nostra vita. Quando eliminiamo le distrazioni, che possono andare dal nostro lavoro al riempire il tempo di cose futili (come passare ore davanti al televisore), Lui aumenta la nostra potenza spirituale. Quando cammini davanti al Signore, Lui ti rende spiritualmente robusto. Come scrisse Isaia: “Quelli che sperano nel Signore acquistano nuove forze, si alzano a volo come aquile, corrono e non si stancano, camminano e non si affaticano” (Isaia 40:31). —K. A. Paul1

    Collegarsi

    J. C. Ryle descrive il dimorare in Cristo come “un’abitudine di costante e stretta comunione con Lui”. Proprio come i tralci innestati devono essere sigillati artificialmente alla radice con del nastro adesivo finché le cellule non si fondono e si attaccano alla vite, queste abitudini possono sembrare artificiali all’inizio.

    Tuttavia, se ci concentriamo sullo scopo di queste abitudini (dimorare  e rimanere in Cristo come fonte di vita) e non sulle abitudini stesse, queste possono aiutarci a sviluppare un legame con Cristo che dura tutta la vita e con il tempo diventa più naturale.

    Queste abitudini includono

    • Collegarsi a Dio ascoltandolo attraverso la sua Parola.
    • Comunicare con Dio rispondendo alla sua Parola attraverso la preghiera.
    • Ripassare la verità evangelica che ci ricorda il suo grande amore per noi.
    • Sviluppare momento per momento la consapevolezza del nostro bisogno di Lui in ogni situazione.
    • Confidare in Lui quando siamo tentati di trovare da soli le soluzioni ai nostri problemi.
    • Sottometterci a Lui in obbedienza — sia astenendoci dal peccato che perseguendo la rettitudine — quando la sua strada sembra diversa dalla nostra.
    • Perseverare unitamente alla compagnia dei santi, con gli occhi fissi sul nostro Salvatore mentre corriamo la gara (Ebrei 12:1-2). —Vera Christian2

    Dimorare nella sua Parola

    Una componente importante del dimorare in Gesù è leggere, studiare, meditare e memorizzare la sua Parola. Dio si è rivelato a noi attraverso la Bibbia. È nelle pagine della Bibbia che impariamo a conoscere Dio, il suo amore per l’umanità e il suo piano per la salvezza. Dio ci parla del suo amore per noi e di come noi, esseri imperfetti e finiti, possiamo mantenere un rapporto con Lui. Nella Bibbia ascoltiamo gli insegnamenti di Gesù, vediamo l’esempio del suo amore e siamo invitati a rinascere e a diventare figli di Dio, grazie al suo sacrificio per noi.

    Più dimoriamo nella sua Parola e lasciamo che la sua Parola dimori in noi, più impariamo e più aumenta in noi la comprensione di come condurre la nostra vita in linea con la sua volontà e in modo da riflettere Lui e il suo amore. Il tempo che dedichiamo ogni giorno alla lettura della Bibbia e di altre risorse devozionali ci permette di lasciarlo parlare attraverso ciò che leggiamo, di ricevere la sua istruzione e guida e il suo aiuto nei problemi e nelle difficoltà della vita. La sua Parola ci ricorda il codice morale che dobbiamo seguire e ci fornisce una guida quando dobbiamo prendere delle decisioni.

    Dimorando nella sua Parola, diventiamo più consapevoli del valore che Lui attribuisce a ogni individuo e dell’amore e della compassione che prova per ogni essere umano. Assorbendo la verità contenuta in queste pagine e applicandola alla nostra vita quotidiana, ancoriamo la nostra vita a Lui. Diventiamo come il saggio che costruì la sua casa sulla roccia nella parabola raccontata da Gesù. La pioggia scese, i venti soffiarono e batterono contro quella casa, ma la sua casa non cadde, perché aveva le fondamenta sulla roccia. Gesù riassunse il suo punto di vista in questa parabola dicendo: “Chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia” (Matteo 7:24-27).

    Dedicare del tempo ogni giorno alla lettura di ciò che Dio ci ha detto nella sua Parola ci permette di orientarci nel vortice di informazioni e dati da cui siamo sommersi ogni giorno. Migliora la nostra capacità spirituale di discernere la verità e la falsità. Rende più facile mantenere il nostro cuore incentrato sulle cose che sono importanti per vivere seguendo la volontà di Dio. Ci aiuta a sopravvivere e a superare tutto ciò che la vita ci porta.

    Trovare il tempo per leggere e studiare la Parola di Dio ogni giorno non è un compito facile, richiede autodisciplina. Ma dedicare regolarmente del tempo alla lettura delle Scritture e alla comunione con Dio ci rafforza spiritualmente e ci rende cristiani più forti, fondati sulla verità e sull’amore di Dio. Gesù disse: “Le parole che vi ho detto sono spirito e vita” (Giovanni 6:63). Il legame con Dio che creiamo leggendo la sua Parola ci aiuta a essere guidati dallo Spirito nelle nostre interazioni con gli altri, nelle nostre decisioni e nella nostra capacità di rimanere forti di fronte alle tentazioni quotidiane.

    Se vogliamo rimanere in Cristo, dobbiamo dedicare del tempo a Lui e alla sua Parola. È attraverso l’assorbimento regolare e profondo dell’acqua della sua Parola nel nostro cuore che veniamo gradualmente rinnovati e trasformati per diventare più simili a Lui. È attraverso l’applicazione di ciò che leggiamo e meditiamo che abbiamo la grazia di allineare la nostra vita alla sua volontà. La sua Parola, infatti, è “lampada ai nostri piedi e luce sul nostro sentiero” (Salmi 119:105).

     

    Imparare a dimorare

    Solo in Giovanni 15:10 riusciamo ad avere un’idea di cosa significhi dimorare in Gesù. “Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore”. Dimorare in Gesù significa osservare i suoi comandamenti; osservare i suoi comandamenti significa amare Dio con tutto il cuore, l’anima e la mente e amare il prossimo come noi stessi (Matteo 22:37-39). Uno dei modi per dimostrare il nostro amore per Dio è attraverso la fiducia, la preghiera e la devozione a Lui. Manteniamo il rapporto con Lui. Persistiamo nell’amore. Preghiamo con amore. Obbediamo per amore.

    Ed ecco la buona notizia: amiamo Gesù perché Lui ci ha amati per primo (1 Giovanni 4:19). Non siamo stati noi a scegliere Lui, ma è Lui che ha scelto noi e ci ha scelto perché realizzassimo la nostra fede obbedendo a Lui (Giovanni 15:16). Senza Cristo, non possiamo fare nulla (Giovanni 15:5). È una buona notizia anche per la persona stanca che pensa di dover trovare le forze per seguire e conoscere Cristo (e per amare il prossimo: frutto che Gesù sottolinea). Lui ci fornisce la grazia e la forza. […]

    Gesù ci ricorda che non c’è amore più grande di quello di dare la vita per i propri amici. Poi dice: “Voi siete miei amici se fate quello che vi comando” (Giovanni 15:13-14).

    Gesù ci dice che siamo suoi amici (prenditi un momento per assorbire l’idea) se obbediamo al suo ordine di amare e questo comandamento si realizza quando dimoriamo in Lui. […] E l’offerta di essere amico di Gesù — l’autore e il perfezionatore della nostra fede, l’Alfa e l’Omega, il più Bello, quello che ha portato i nostri peccati e le nostre trasgressioni — è irresistibile per il cristiano.

    Rimanete in Lui ed Egli rimarrà in voi. Colui che ha iniziato in voi un’opera buona la porterà a compimento (Filippesi 1:6). Colui che vi ha chiamati è fedele; lo farà sicuramente (1 Tessalonicesi 5:24). —Trillia Newbell3

    Il principio “rimanete in Me e Io in voi” è il fondamento del nostro rapporto con Dio e del nostro cammino con Cristo e si collega al principio di amarlo con tutto il cuore, l’anima e la mente. Se si ama qualcuno, si vuole passare del tempo con lui. I discepoli sono chiamati a camminare come Gesù. Leggiamo nella prima epistola di Giovanni: “Chi dice di rimanere in lui, deve camminare come lui ha camminato” (1 Giovanni 2:6). Lo facciamo cercando di seguire l’esempio di Gesù, studiando e applicando alla nostra vita i principi delle sue parole e delle sue azioni.

    Gesù ci ha dato l’esempio perché è diventato uomo e ha vissuto la vita di un essere umano, e lo ha fatto con perfezione, senza peccato. Nel libro dei Filippesi leggiamo che “Egli, pur essendo di natura divina, assunse l’aspetto di un servo, divenendo simile agli uomini” (Filippesi 2:6-7). La sua vita terrena è stata l’immagine e l’esempio stesso di Dio che vive una vita umana e a cui “piacque di far abitare in lui tutta la pienezza divina” (Colossesi 1:19). Quale migliore esempio per modellare la nostra vita, quale modello più grande potrebbe esserci, quali principi guida più eccellenti potrebbero esistere se non la vita di Gesù e i suoi insegnamenti!

    Pensieri su cui meditare

    L’espressione dimorare in Cristo rappresenta una relazione intima e personale, non una semplice conoscenza superficiale. In Giovanni 15:4–7, Gesù dice ai suoi discepoli che trarre vita da Lui è essenziale e usa l’esempio dei tralci uniti alla vite. Senza quell’unione vitale con Cristo offerta dalla salvezza non possono esserci vita e produttività. —Got Questions4

    Per essere un sano discepolo di Gesù, nutrirsi della Parola di Dio deve essere la priorità. Gesù l’ha chiamata “dimorare”. […] Nessun’altra abitudine può trasformare la vostra vita e rendervi più simili a Gesù quanto la riflessione quotidiana sulle Scritture. Quando ci prendiamo il tempo di contemplare la verità di Dio, riflettendo seriamente sull’esempio di Cristo, “siamo trasformati nella sua stessa immagine, di gloria in gloria”. Rick Warren

    Dimorare in [Cristo] significa ricevere, credere e confidare nelle parole di Gesù. Significa ricevere l’amore di Gesù per il Padre e per il suo popolo e la gioia che Gesù ha nel Padre e in noi”. —John Piper

    Cosa dice la Bibbia

    “Abbiamo conosciuto e creduto all’amore che Dio ha per noi. Dio è amore e chi rimane nell’amore rimane in Dio e Dio rimane in lui” (1 Giovanni 4:16).

    “Chi osserva la sua parola, in lui l’amore di Dio è veramente completo. Da questo conosciamo che siamo in lui: chi dice di rimanere in lui, deve camminare come egli camminò” (1 Giovanni 2:5-6).

    “Cercate le cose di lassù, dove Cristo è seduto alla destra di Dio. Aspirate alle cose di lassù, non a quelle che sono sulla terra; poiché voi moriste e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio” (Colossesi 3:1-3).

    Una preghiera per rimanere in Lui

    Grazie, Gesù, che Tu sei la Vite e io sono un tralcio. Aiutami ogni giorno a rimanere in Te e ad essere fecondo in tutto ciò che dico e faccio. So che senza di Te non posso fare nulla, ma so anche che riposando in Te posso portare il frutto che è gradito al Padre. Voglio dimorare in Te, riposare in Te e rimanere in Te. Amen.5


    1 K. A. Paul, Left for Dead (Encourager Media, 1997).

    2 Vera Christian, “How to Abide in Christ”, https://www.verachristian.com/connecting-the-dots/how-to-abide.

    3 Trillia Newbell, “Learning to Abide in Christ”, Desiring God, 10 giugno 2014, https://www.desiringgod.org/articles/learning-to-abide-in-christ

    4 Cosa significa dimorare in Cristo?GotQuestions.org/Italiano, https://www.gotquestions.org/Italiano/dimorare-Cristo.html.

    5 “Prayers on Abiding in Jesus,” Knowing Jesus, https://prayer.knowing-https://www.gotquestions.org/abide-in-Christ.htmljesus.com/Prayers-on-Abiding-in-Christ#.


    Pubblicato originariamente in inglese il 16 settembre 2025.

  • Dic 2 1 Corinzi: capitolo 13 (versetti 1-13)
  • Nov 18 La vita di un discepolo, parte 2: amare Dio con tutto il nostro essere
  • Nov 4 1 Corinzi: capitolo 12 (versetti 12-30)
  • Ott 21 La vita di un discepolo: introduzione
  • Ott 7 1 Corinzi: capitolo 12 (versetti 1-11)
  • Set 23 1 Corinzi: capitolo 11 (versetti 17-34)
  • Ago 26 1 Corinzi: capitolo 11 (versetti 2-16)
  • Lug 29 1 Corinzi: capitolo 10 (versetti 16-33)
  • Lug 22 1 Corinzi: capitolo 10 (versetti 1-15)
   

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