L’Ancora

  • Verifica dell’equilibrio della vita, 6a parte: gestire lo stress

    Peter Amsterdam

    [Life Balance Check, Part 6: Managing Stress]

    Tutti conosciamo bene lo stress; avere stress nella vita è naturale e inevitabile. Il problema arriva quando ce n’è troppo, specialmente quando quella condizione stressata continua per molti mesi. Non solo ti strappa la gioia dalla vita e ti fa sentire triste e senza speranza, ma disturba il sonno, può logorare i rapporti con gli altri, distrae dal lavoro e annebbia i tuoi momenti di comunione con il Signore.

    Questo breve brano indica piuttosto bene il senso di stress che ho provato e che altri hanno descritto in un modo o nell’altro:

    Probabilmente avete qualcosa in comune con uno dei migliori cardiochirurghi del paese, uno dei principali direttori di marketing di Microsoft e uno dei più tenaci negoziatori di Wall Street. Quale afflizione li accomuna? È quella che il guru della produttività personale David Allena chiama […] un assillante senso di ansia”. Un vassoio traboccante di posta in arrivo qui, centinaia di e-mail da rispondere là – ben presto sembra che la vita ti stia sfuggendo di mano.1

    Non sono un cardiochirurgo, un dirigente di Microsoft o un negoziatore di Wall Street, ma quella sensazione di cose che sfuggono al controllo è familiare e sconcertante, a dir poco. E quell’“assillante senso di ansia” è terribile. Immagino di non essere l’unico di noi a essersi sentito così. Nella nostra vita ci sono molti fattori che possono causare stress: problemi di salute, problemi finanziari, un’intervista o un evento imminente, preoccupazioni per la vostra famiglia ecc.

    In questo post parlerò di alcuni punti pratici, anche se so che non sono informazioni nuove. Anzi, Maria e io abbiamo scritto molte volte sull’argomento dello stress. Ho fatto qualche altra ricerca e questo mi ha aiutato a ricordare alcuni particolari che mi ero dimenticato, oltre a rinnovare la mia determinazione a stare più attento alle abitudini che possono generare stress e alle pratiche che lo alleviano.

    Sappiamo che lo stress cronico può causare gravi problemi di salute. La Mayo Clinic ha postato un articolo che osservava:

    I sintomi dello stress potrebbero influenzare la vostra salute senza che ve ne rendiate conto. Potreste pensare che la colpa di quel mal di testa irritante, della vostra insonnia frequente o della vostra diminuita produttività sul lavoro sia di qualche malattia. In realtà la sua causa potrebbe essere lo stress.

    In effetti i sintomi dello stress possono interessare il corpo, i pensieri e il comportamento. Essere in grado di riconoscere alcuni comuni sintomi di stress può aiutarvi a gestirli. Uno stress fuori controllo può contribuire a molti problemi di salute: pressione alta, malattie cardiache, obesità e diabete.

    Comuni effetti dello stress sul corpo:

    Tensione o dolori muscolari
    Dolori toracici
    Stanchezza
    Cambiamenti negli impulsi sessuali
    Problemi di sonno

    Comuni effetti dello stress sull’umore:

    Ansia
    Irrequietezza
    Mancanza di motivazione o di concentrazione
    Sensazioni di oppressione
    Irritabilità o rabbia
    Tristezza o depressione

    Comuni effetti dello stress sul comportamento:

    Mangiare troppo o mangiare poco
    Scoppi d’ira
    Abuso di droghe o di alcol
    Uso di tabacco
    Isolamento sociale
    Riduzione dell’esercizio fisico2

    I seguenti brani forniscono un’utile immagine verbale:

    Immagina che la tua salute e la tua energia siano un secchio d’acqua.

    Nella tua vita quotidiana ci sono cose che riempiono il secchio. Sono cose come sonno, alimentazione, meditazione, stretching, risa e altre forme di ristabilimento.

    Ci sono anche forze che fanno fuoruscire acqua dal secchio. Sono cose come […] stress causato dal lavoro o dalla scuola, problemi relazionali o altre forme di tensione e ansia.

    Queste forze sono cumulative. Con il tempo, ogni piccola falla può portare a una perdita significante. Una volta vuoto, il tuo corpo ti costringerà a riposare attraverso danni e malattie. Puoi dedicare del tempo a riposare e ringiovanirti adesso o passare del tempo ammalato e danneggiato più tardi. Tieni pieno il tuo secchio.3

    Possiamo abituarci a portare il nostro stress come una medaglia d’onore, come un modo per dimostrare che stiamo lavorando sodo e abbiamo “successo”. Al contrario, sono i nostri sforzi per evitare lo stress e condurre una vita equilibrata che forniscono un’immagine più accurata di successo e indicano meglio il nostro stato generale. La domanda è: come passiamo a una vita più equilibrata quando si tratta di gestire lo stress?

    Ogni individuo ha fattori stressanti diversi. È importante per ognuno di noi riconoscere le condizioni che ci causano stress, senza paragonare la nostra vita a quella di altri. Alcuni sono molto sensibili alla tensione; si stressano più facilmente di altri. Chissà perché. Non siamo stati creati tutti uguali e non tutti possiamo portare gli stessi pesi. Non è segno di debolezza riconoscere i nostri limiti e le nostre esigenze e regolare il nostro stile di vita di conseguenza.

    È importante identificare quello che aiuta a sopportare lo stress, in modo da non conservarlo e accumularlo.

    Le cose che alleviano lo stress sono diverse da una persona all’altra. L’articolo della Mayo Clinic che ho citato sopra suggerisce questo:

    Azioni per gestire lo stress

    Se avete sintomi di stress, prendere alcune misure per gestirlo può avere molti benefici. Esplorate strategie di gestione dello stress come:

    Attività fisica regolare
    Tecniche di relax, come respirazione profonda, meditazione, yoga, tai-chi o un massaggio.
    Mantenere un buon senso dell’umorismo
    Socializzare con famiglia e amici
    Riservare del tempo a hobby come la lettura o l’ascolto di musica.

    Puntate a trovare dei modi attivi per gestire lo stress. I modi inattivi per farlo, – come guardare la televisione, navigare su internet o fare videogiochi – possono sembrare rilassanti, ma a lungo andare finiranno per aumentare lo stress.

    Assicuratevi anche di dormire a sufficienza e fare una dieta sana e bilanciata. Evitate l’uso di tabacco, non esagerate con caffeina e alcol, non usate sostanze illegali.4

    Il Dott. Merola ha scritto:

    Quando ci si sofferma sulle emozioni negative, si interiorizza lo stress e questo può impedirci di trovare modi costruttivi per affrontarle. Lo stress può diminuire non appena si trovano dei metodi più attivi per reagire.

    Le cose piccole, se fatte regolarmente, possono avere un effetto cumulativo e aiutarti a essere meno stressato. Dovrai scoprire quello che serve a te individualmente. Vale la pena di sperimentare e vedere quali sono le cose che ti aiutano, non solo a lasciar andare lo stress che si accumula nel corpo, nella mente e nello spirito, ma anche a trovare forza e sostegno, così che quando ti troverai in una situazione stressante, cosa impossibile da evitare completamente, sarai più preparato ad affrontarla e gestirla.

    Ecco la storia di una persona che ha trovato un modo per farlo:

    Il carpentiere che avevo assunto per aiutarmi a restaurare una vecchia casa colonica aveva appena terminato la prima dura giornata di lavoro. Una gomma a terra gli aveva fatto perdere un’ora di lavoro, la sega elettrica si era rotta e adesso il suo vecchio camioncinp si rifiutava di partire.

    Mentre lo accompagnavo a casa è rimasto seduto immobile in silenzio. Arrivati, mi ha invitato a entrare a conoscere la sua famiglia. Mentre ci avviavamo verso la porta d’ingresso, si è fermato un attimo davanti a un alberello e ha toccato le punte dei rami con entrambe le mani.

    Appena siamo entrati in casa si è trasformato completamente. La sua faccia si è aperta in un grande sorriso, ha abbracciato i suoi due figli piccoli, poi ha dato un bacio a sua moglie.

    Più tardi mi ha accompagnato all’auto. Siamo passati vicino all’albero e, incuriosito, non ho potuto fare a meno di chiedergli il motivo di quello che aveva fatto prima. “Oh, quello è il mio albero delle preoccupazioni”, ha risposto. “So che non posso evitare di avere problemi sul lavoro, ma una cosa è certa: le preoccupazioni non hanno un posto in casa, con mia moglie e i miei figli. Per questo le appendo all’albero ogni sera quando rientro. Poi la mattina me le riprendo”.

    Poi ha sorriso. “Il buffo è che quando al mattino esco per riprendermele, non ce ne sono più tante come la sera prima”. —Anonimo

    Mi è sempre piaciuto quello che scrive Zig Ziglar, scrittore americano, venditore e oratore motivazionale. Ecco una cosa che ha scritto a questo proposito:

    Circa il 75–90 percento di tutte le visite mediche sono dovute direttamente o indirettamente allo stress. Cosa possiamo fare, allora? Per prima cosa dobbiamo accettare il fatto che ci sono cose che possiamo fare e altre no. Non possiamo essere tutto per tutti, quindi dobbiamo stabilire delle priorità. […]

    Poi, dobbiamo farci una lista di cose per cui siamo grati. Concordo con Hans Selye quando dice: “La gratitudine è la più sana delle emozioni umane”. Quando le cose non vanno come vorresti, puoi […] ricordare tutte le cose di cui puoi essere grato.

    Cogli l’opportunità di servire gli altri. Karl Menninger, della Menninger Clinic, ha detto che quando abbiamo un problema dovremmo trovare qualcun altro con dei problemi e lavorare con lui o con lei per risolvere il suo problema. Nel frattempo il nostro scomparirà.

    Cerca di sviluppare un senso dell’umorismo. Non vuol dire che dovresti imparare a raccontare barzellette, ma una buona risata allevia la tensione e la pressione e ti fa stare bene. […]

    Da ultimo, ricorda che l’insuccesso è un evento, non una persona. Ieri è finito la notte scorsa; oggi è un giorno completamente nuovo. Se non sei riuscito a concludere tutto quello che avevi in agenda, ricorda semplicemente che hai fatto il possibile. Hai seguito il piano al meglio delle tue capacità e questo è tutto quello che uno può fare. Mangia presto, poi prima di andare a letto rilassati parlando con qualcuno che sia positivo e incoraggiante. Dormi bene. Sorridi. Sii grato.5

    Sono idee buone e credo che se proviamo a implementarle, seguendo le indicazioni del Signore, la nostra vita sarà più serena e impareremo a minimizzare lo stress. Ovviamente lo strumento migliore per “de-stressarsi” è confidare nel Signore e gettare su di Lui ogni tua preoccupazione, perché Egli ha cura di te.6

    Dedicando del tempo a meditare sulla sua Parola e a riflettere sulla nostra vita e su come Lui ci ha aiutato tantissime volte, saremo in grado di entrare nella sua pace che supera ogni comprensione.7 La sua pace non deve per forza “avere senso” nelle circostanze in cui ci troviamo, perché lo Spirito di Dio può aiutarci a superare le prove, le difficoltà e le preoccupazioni della vita quotidiana e ad alzare lo sguardo per poter godere della sua presenza e della verità delle promesse che ha fatto a noi, suoi figli.

    Sia che lo stress nella vita sia risultato di problemi di salute, problemi finanziari, preoccupazioni per i vostri cari, il lavoro (o la sua mancanza), le condizioni mondiali o di qualsiasi altra cosa pesi sulla nostra mente, possiamo avere la certezza che Dio fa tutte le cose bene e alla fine farà in modo che anche le nostre difficoltà cooperino al nostro bene. Sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo disegno.8 È una promessa di cui possiamo fidarci!

    Non angustiatevi di nulla, ma in ogni cosa fate conoscere le vostre richieste a Dio in preghiere e suppliche, accompagnate da ringraziamenti. E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù. —Filippesi 4,6-7 NR

    Gettando su di lui ogni vostra preoccupazione, perché egli ha cura di voi. —1 Pietro 5,7 NR

    Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo. Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, perché io sono mansueto e umile di cuore; e voi troverete riposo alle anime vostre; poiché il mio giogo è dolce e il mio carico è leggero». —Matteo 11,28-30 NR

    Getta sul SIGNORE il tuo affanno, ed egli ti sosterrà; egli non permetterà mai che il giusto vacilli. —Salmi 55,22 NR

    Pubblicato originariamente nel gennaio 2020.
    Adatto e ripubblicato sull’Ancora in inglese il 5 dicembre 2022.


    1 David Beardsley, “Don’t Manage Time, Manage Yourself,” Fast Company, March 31, 1998, https://www.fastcompany.com/33961/dont-manage-time-manage-yourself.

    2 “Stress symptoms: Effects on your body and behavior,” Mayo Clinic Staff, April 4, 2019, https://www.mayoclinic.org/healthy-lifestyle/stress-management/in-depth/stress-symptoms/art-20050987.

    3 James Clear, “The Theory of Cumulative Stress: How to Recover When Stress Builds Up,” https://jamesclear.com/cumulative-stress.

    4 “Stress symptoms,” Mayo Clinic Staff.

    5 Zig Ziglar, “De-Stressing Stress,” Creators Syndicate, 2001.

    6 1 Pietro 5,7.

    7 Filippesi 4,7.

    8 Romani 8,28.

  • Mag 31 Dio non ti lascerà mai
  • Mag 26 Dio è amore
  • Mag 25 Verifica dell’equilibrio della vita, 5a parte: fratellanza, famiglia e amici
  • Mag 19 A proposito di ciechi e di elefanti
  • Mag 17 La luce del mondo
  • Mag 12 Farsi strada tra i cambiamenti della vita
  • Mag 11 Verifica dell’equilibrio della vita: 4a parte, crescita personale
  • Mag 8 Tutte le cose bene
  • Mag 3 Il posto più umile
   

L’Angolo dei Direttori

  • La storia di Ruth (parte 2)

    [The Story of Ruth (Part 2)]

    Naomi, la donna ebrea il cui marito e i cui due figli erano morti in Moab, decise di ritornare a Betlemme, da cui proveniva originariamente. Orpah e Ruth, le due Moabite sposate ai suoi figli deceduti, la accompagnarono all’inizio del suo viaggio. Comunque, dopo aver iniziato il viaggio di ritorno a Betlemme, Naomi disse alle due nuore che sarebbero dovute ritornare in Moab, dove avrebbero potuto risposarsi. Oprah ritorno a Moab, ma Ruth rifiutò di andarsene dicendo:

    “Dove andrai tu andrò anch’io, e dove starai tu io pure starò; il tuo popolo sarà il mio popolo, e il tuo DIO sarà il mio DIO; dove morirai tu morirò anch’io, e là sarò sepolta. Così mi faccia l’Eterno e anche peggio, se altra cosa che la morte mi separerà da te! Quando Naomi la vide fermamente decisa ad andare con lei, non gliene parlò più.1

    Così fecero il viaggio assieme fino a che giunsero a Betlemme. Quando giunsero a Betlemme, tutta la città fu in agitazione per loro. Le donne dicevano: «È questa Naomi?»  Ella rispose loro: «Non chiamatemi Naomi; chiamatemi Mara, poiché l’Onnipotente mi ha riempita di amarezza. Io partii nell’abbondanza e l’Eterno mi ha riportato a casa spoglia di tutto. Perché chiamarmi Naomi, quando l’Eterno ha testimoniato contro di me e l’Onnipotente mi ha resa infelice?». Così Naomi tornò con Ruth, la Moabita, sua nuora, venuta dal paese di Moab. Esse arrivarono a Betlemme quando si cominciava a mietere l’orzo.2

    Fedele alla parola data, Ruth accompagnò Naomi a Betlemme. Non sappiamo quanto tempo durò il viaggio né quanto fosse lungo, perché non sappiamo esattamente dove in Moab avevano abitato. Non ci viene nemmeno detto se avessero fatto tutta la strada a piedi o se avessero un asino e un carretto, né che strada fecero, ma fu probabilmente un viaggio compreso tra i 70 e i 140 km, a seconda del percorso seguito. Tutto quel che sappiamo è che fecero il viaggio e al loro arrivo tutta la città lo venne a sapere. L’arrivo di Naomi e Ruth fece notizia. Erano passati dieci anni da quando Naomi e suo marito avevano lasciato Betlemme e adesso lei era tornata, vedova e con una nuora moabita.

    Le donne della città chiesero: “Si tratta proprio di Naomi?” Naomi rispose in tono probabilmente angosciato: Non chiamatemi Naomi [che significa piacevole]; chiamatemi Mara [che significa amara]”. Nonostante le parole di Naomi, non sembra che qualcuno abbia raccolto il suo invito a chiamarla con un nome così negativo. Naomi vedeva il suo ritorno a Betlemme con disperazione, invece che con speranza. Ai suoi occhi, l’Onnipotente l’aveva trattata aspramente. Anni prima aveva lasciato Betlemme con un marito e due figli e probabilmente alcune risorse. Ora era tornata con solo una nuora moabita e probabilmente poche risorse o nulla. Si chiedeva perché Dio l’avesse colpita con quella calamità. Ai suoi occhi, l’Onnipotente le aveva riempito la vita d’amarezza, l’aveva riportata priva di tutto, l’aveva afflitta e le aveva causato una sventura. La storia però non finisce qui.

    Or Naomi aveva un parente di suo marito, uomo potente e ricco, della famiglia di Elimelek, che si chiamava Boaz. Ruth, la Moabita, disse a Naomi: «Lasciami andare nei campi a spigolare dietro a colui agli occhi del quale troverò grazia». Ella le rispose: «Va’, figlia mia».3

    Le due donne arrivarono a Betlemme agli inizi del raccolto dell’orzo, che probabilmente era alla fine di marzo o agli inizi d’aprile. Il libro del Levitico ordinava che al momento del raccolto, una sua parte doveva essere lasciata ai poveri.

    «Quando mieterete la messe della vostra terra, non mieterai fino ai margini del tuo campo e non raccoglierai le spighe lasciate indietro del tuo raccolto; e nella tua vigna non vi ripasserai, né raccoglierai i grappoli rimasti indietro della tua vigna; li lascerai per il povero e per il forestiero. Io sono l’Eterno, il vostro DIO».4

    Ruth suggerì a Naomi che sarebbe potuta andare nei campi di Betlemme per spigolare nei campi di qualcuno che glielo avrebbe consentito.

    Così Ruth andò e si mise a spigolare in un campo dietro ai mietitori; e le capitò per caso di trovarsi nella parte del campo appartenente a Boaz, che era della famiglia di Elimelek.5

    Boaz era un uomo noto a Betlemme e faceva parte della stessa famiglia di Elimelek. Viene descritto come un uomo potente e ricco.6

    Or ecco che Boaz venne da Betlemme e disse ai mietitori: «L’Eterno sia con voi!». Essi gli risposero: «L’Eterno ti benedica!» Poi Boaz disse al suo servo incaricato di sorvegliare i mietitori: «Di chi è questa fanciulla?» Il servo incaricato di sorvegliare i mietitori rispose: «È una fanciulla moabita, che è tornata con Naomi dal paese di Moab. Ella ci ha detto: “Vi prego, lasciatemi spigolare e raccogliere le spighe tra i covoni dietro ai mietitori”. Così essa è venuta ed è rimasta da questa mattina fino ad ora; si è riposata in casa solo un momento».7

    Dopo aver salutato gli operai, Boaz parlò con il caposquadra. Chiese di Ruth, per sapere chi fosse. Conosceva i suoi operai e apparentemente anche le persone che spigolavano nei campi. Aveva notato Ruth e aveva capito che era nuova. Il caposquadra gli raccontò quel che sapeva di Ruth. Fece anche un commento sul suo modo di lavorare, perché aveva spigolato continuamente dal mattino presto, facendo solo una breve pausa. Il caposquadra rimase colpito da lei, perché gli aveva chiesto gentilmente se poteva spigolare e aveva una buona etica del lavoro.

    Allora Boaz disse a Ruth: «Ascolta, figlia mia, non andare a spigolare in un altro campo, non allontanarti da qui, ma rimani con le mie serve. Tieni gli occhi sul campo che mietono e va’ dietro a loro. Non ho forse ordinato ai miei servi di non molestarti? Quando hai sete va’ dove sono i vasi, a bere l’acqua attinta dai servi».8

    Avendo sentito i buoni commenti del caposquadra, Boaz andò a parlare direttamente con Ruth. Che si sia rivolto a lei con le parole figlia mia, potrebbe indicare che lei era molto più giovane di lui. Potrebbe anche indicare che da quel momento era sotto la sua protezione. Poteva lavorare di fianco alle sue operaie.

    Allora Ruth si gettò giù, prostrandosi con la faccia a terra, e gli disse: «Per quale ragione ho io trovato grazia ai tuoi occhi al punto che tu presti attenzione a me che sono una straniera?» Boaz le rispose, dicendo: «Mi è stato riferito tutto ciò che hai fatto per tua suocera dopo la morte di tuo marito, e come hai lasciato tuo padre, tua madre e il tuo paese natìo, per venire a vivere con un popolo che prima non conoscevi. L’Eterno ti ripaghi di quanto hai fatto, e la tua ricompensa sia piena da parte dell’Eterno, il DIO d’Israele, sotto le cui ali sei venuta a rifugiarti!»9

    Ruth rimase stupefatta dalle parole gentili di Boaz e s’inchinò davanti a lui, chiedendogli perché dimostrasse tanta gentilezza lei, una Moabita. Boaz spiegò che sapeva a cosa lei avesse rinunciato (i genitori e la patria) e che si era votata non solo a sua suocera Naomi, ma anche al Dio d’Israele. Pregò che Dio la ripagasse per i sacrifici fatti e le desse una ricompensa abbondante, visto che si era rifugiata sotto le sue ali.

    Ella gli disse: «Possa io trovare grazia ai tuoi occhi, o mio signore, poiché tu mi hai consolata e hai parlato al cuore della tua serva, sebbene io non sia neppure come una delle tue serve».10

    Ruth fu profondamente toccata dalle parole di Boaz e dal modo in cui l’aveva trattata, specialmente perché era una straniera. Le sue parole gentili le avevano dato conforto e probabilmente ciò l’aveva fatta sentire sicura.

    Al momento del pasto, Boaz le disse: «Vieni qui, mangia il pane e intingi il tuo boccone nell’aceto». Così ella si pose a sedere accanto ai mietitori. Boaz le porse del grano arrostito, ed ella mangiò a sazietà e mise da parte gli avanzi.11

    Quando gli operai si fermarono a mangiare, Boaz invitò Ruth a sedersi con lui. Le offrì del pane intinto nell’aceto, che era probabilmente una specie di salsa usata per ammollire il pane duro e renderlo più facile da mangiare. A Ruth rimasero degli avanzi che, come vedremo, portò a casa per Naomi.

    Poi si levò per tornare a spigolare, e Boaz diede quest’ordine ai suoi servi, dicendo: «Lasciatela spigolare anche fra i covoni e non rimproveratela; inoltre lasciate cadere per lei delle spighe dai manipoli e abbandonatele, perché essa le raccolga, e non sgridatela».12

    Quando Ruth ritornò a spigolare, Boaz disse ai suoi operai di aiutarla. Ordinò loro di togliere alcune spighe dai covoni già pronti e di lasciarli cadere davanti a lei, così che potesse raccoglierli. Disse loro anche di non insultarla, sgridarla o umiliarla.

    Così ella spigolò nel campo fino alla sera, poi batté quello che aveva raccolto, e ne venne fuori circa un’efa di orzo. Se lo caricò addosso, entrò in città e sua suocera vide ciò che essa aveva spigolato. Ruth tirò quindi fuori ciò che le era rimasto del cibo dopo essersi saziata e glielo diede.13

    Ruth lavorò ininterrottamente fino a sera. Dopo aver raccolto l’orzo lo vagliò battendolo. La giornata di lavoro le aveva fruttato un’efa d’orzo, equivalente a circa 22 litri, una quantità che alle due donne sarebbe bastata per diverse settimane.

    La suocera le chiese: «Dove hai spigolato oggi? Dove hai lavorato? Benedetto colui che ti ha prestato attenzione!». Così Ruth riferì alla suocera presso chi aveva lavorato e aggiunse: «L’uomo presso il quale ho lavorato oggi si chiama Boaz». Naomi disse alla nuora: «Sia egli benedetto dall’Eterno, che non ha ritirato la sua benignità ai vivi e ai morti». E aggiunse: «Quest’uomo è nostro parente stretto, uno che ha il diritto di riscattarci».14

    Naomi volle sapere tutti i particolari della fruttuosa giornata di lavoro di Ruth. Dopotutto aveva portato a casa cibo sufficiente per diverse settimane. Ruth le raccontò i particolari e le parlò di Boaz. Naomi replicò chiedendo al Signore di benedirlo. Poi lodò il Signore per la sua bontà. Anche se si era sentita come se il Signore avesse smesso di prendersi cura di lei e della sua famiglia, ora si rendeva conto che la bontà divina verso lei e Ruth si era manifestata nella bontà di Boaz.

    Boaz era un parente con diritto di riscatto. Questa figura era un parente stretto, con la responsabilità di ricomprare terreni appartenenti alla famiglia che erano stati o potevano essere venduti, per assicurarsi che rimanessero in famiglia.15  Col passare del tempo era diventato sottinteso che chi deteneva il diritto di riscatto fosse anche responsabile di prendersi cura dei parenti bisognosi.

    Allora Ruth, la Moabita, disse: «Mi ha anche detto: “Rimani con i miei servi, finché abbiano finito tutta la mia mietitura”». Naomi disse a Ruth sua nuora: «È bene, figlia mia, che tu vada con le sue serve e non ti trovino in un altro campo». Ella rimase perciò a spigolare con le serve di Boaz sino alla fine della mietitura dell’orzo e del frumento. Ed abitava con sua suocera.16

    Naomi spiegò a Ruth i vantaggi di continuare a spigolare con gli operai di Boaz. Sarebbe stata protetta, perché avrebbe lavorato con le sue serve. Questo le avrebbe impedito di lavorare da qualche altra parte, dove avrebbe corso il rischio di essere assalita. Ruth continuò a lavorare fino alla fine del raccolto dell’orzo e del frumento, cioè per un periodo di circa tre mesi.

    (Continua.)


    Nota

    Se non altrimenti indicato, tutte le citazioni bibliche sono tratte da: La Nuova Diodati, © Edizioni La Buona Novella, Bari. Tutti i diritti riservati.


    1 Ruth 1,16–17; LND 1,18 NR.

    2 Ruth 1,19–22.

    3 Ruth 2,1–2.

    4 Levitico 19,9–10.

    5 Ruth 2,3.

    6 Ruth 2,71.

    7 Ruth 2,4–7.

    8 Ruth 2,8–9.

    9 Ruth 2,10–12.

    10 Ruth 2,13.

    11 Ruth 2,14.

    12 Ruth 2,15–16.

    13 Ruth 2,17–18.

    14 Ruth 2,19–20.

    15 Vedi Levitico 25,25. (Vedi anche Deut. 25,5–10.)

    16 Ruth 2,21–23.


    Pubblicato originariamente in inglese il 25 ottobre 2022.

  • Mag 27 Decisioni, decisioni
  • Mag 20 La storia di Ruth (parte 1)
  • Mag 16 È sempre presente
  • Mag 13 Gesù, la sua vita e il suo messaggio: l’ascensione (Luca 24,50-53)
  • Mag 6 Gesù, la sua vita e il suo messaggio: la fine del Vangelo di Giovanni (parte 2)
  • Apr 25 Gesù, la sua vita e il suo messaggio: la fine del Vangelo di Giovanni (parte 1)
  • Apr 18 Gesù — la sua vita e il suo messaggio: ultime apparizioni di Gesù (parte 2)
  • Apr 11 Gesù — la sua vita e il suo messaggio: ultime apparizioni di Gesù (parte 1)
  • Apr 4 Comunicazione nel matrimonio
   

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